ULTIM’ORA Nazionale: lutto improvviso | Il mondo del calcio è letteralmente sotto choc

Logo Figc (Fonte: gianlucadimarzio)
Un lutto tremendo avvolge il mondo del calcio e del giornalismo sportivo italiano. Ci lascia una leggenda di questo settore.
Il mondo dello sport italiano perde una figura che ha segnato generazioni. Una voce inconfondibile, entrata nelle case degli italiani e legata ai momenti più emozionanti della storia calcistica.
Il suo stile unico ha accompagnato decenni di imprese, raccontando vittorie, sconfitte e partite che sono rimaste nella memoria collettiva. Un modo di raccontare il calcio che si è distinto per eleganza, precisione e una passione autentica.
Per anni è stato il punto di riferimento per chiunque seguisse il pallone, capace di trasmettere emozioni con un equilibrio raro. La sua narrazione pacata, ma intensa, ha attraversato epoche e generazioni, rendendolo una figura iconica.
Il suo lavoro non si è limitato a raccontare partite, ma ha saputo dare voce alla storia del calcio, diventando un simbolo per gli appassionati. La sua scomparsa lascia un grande vuoto nel giornalismo sportivo.
Una carriera indimenticabile
Il suo percorso è iniziato in un’epoca in cui il calcio era diverso, ma la sua voce è sempre rimasta un punto fermo per gli italiani. Ogni telecronaca era un viaggio dentro la partita, un racconto mai banale, capace di coinvolgere chiunque lo ascoltasse.
L’influenza che ha avuto nel mondo della comunicazione sportiva è enorme. Il suo stile è stato imitato, apprezzato e rispettato da colleghi e tifosi, tanto da diventare un modello per generazioni di giornalisti. La sua capacità di raccontare il calcio senza mai perdere la compostezza, anche nei momenti più tesi, ha segnato un’epoca.

Addio a Bruno Pizzul, la voce degli Azzurri
Bruno Pizzul si è spento all’età di 86 anni. L’8 marzo avrebbe compiuto 87 anni, nato a Udine nel 1938, è stato per oltre trent’anni la voce della Nazionale italiana. Entrato in Rai nel 1969, ha accompagnato i tifosi dal 1986 fino al 2002, raccontando le sfide degli Azzurri. Pizzul è stato il cantore dei Mondiali dall’86 al 2002. Il suo “cruccio”? Non essere riuscito a raccontare un trionfo azzurro.
Nel cuore abbiamo ancora l’entusiasmo fanciullesco con cui raccontò le notti magiche di Italia 90. Ha sempre definito la telecronaca dei morti dell’Heysel come il momento più angosciante della sua carriera, nella tragedia fu sensibile e rispettoso, sapeva perfettamente di essere un tramite tra i protagonisti e il pubblico, non il protagonista dell’evento. Non si ergeva come commentatore tecnico si limitava a un commento estetico, il suo storico “tutto molto bello“, dopo una azione di gioco ben fatta è scolpito nella memoria di tutti noi. Lo ricorderemo così: con le cuffie, il microfono e i suoi appunti davanti a una finestra spalancata su un campo da calcio. Anche se non ha mai gridato “Campioni del mondo” è stato “Tutto Molto Bello“