Non lo lascio il posto fisso | Serie A, il campione come Checco Zalone: vive ancora a casa dei suoi
Nonostante un’autonomia economica, il calciatore ha ammesso la sua routine: stessi amici, campo dietro casa con i genitori ad aspettarlo
Quanti di voi hanno ripetuto, sin dall’età adolescenziale, il mantra “a 18 anni me ne vado”? Ecco, la situazione per il calciatore e il desiderio di fuggire è diametralmente opposto alle esigenze della maggioranza dei ragazzi.
Il campo dietro casa, una famiglia accogliente e gli amici di sempre: uno scenario che, soprattutto gli amanti del calcio, di certo non sdegnerebbero. Molti criticano la scelta di rimanere a casa con i propri genitori, altri supportano questa idea in controtendenza.
Indipendentemente dalla scelta, il calciatore può contribuire economicamente ad ogni tipo di soluzione. Lui sta bene, conferma il suo quieto vivere e non reca disturbo. Una persona rispettosa, in campo come nella vita.
Tutto è ormai focalizzato con un pattern da seguire, delle “tappe” da passare per poter diventare adulti. Il nerazzurro ha deciso come voleva e, probabilmente, è proprio questo l’aspetto che dà più fastidio agli haters.
Una dea sia dentro che fuori dal campo
La parola famiglia è inevitabilmente al centro della vita del nerazzurro. L’ambiente costruttivo di Bergamo ha fatto bene nella crescita del giovane talento. La vicinanza con la propria famiglia e i propri amici, crea un ecosistema positivo, senza distrazioni per la crescita personale.
Il desiderio di un’esperienza all’estero potrebbe sicuramente attizzare la mente del giovane, ricco di valori ma desideroso di scoperta. Cambiare per poter capire, mettersi in gioco e sfidare nuove problematiche sono domande insite nel mondo “normale” e in quello del calcio.
Scalvini, tra casa e campo: la reazione dopo l’infortunio
Dopo il grave infortunio, Giorgio Scalvini è tornato nelle disponibilità della Dea e di Gasperini. Il difensore classe 2003 è rientrato in gruppo dopo il grave infortunio dell’anno scorso. Adesso, il talento dell’Atalanta, vuole godersi ciò che ha costruito, anche andando contro il giudizio della gente.
Il centrale si reputa fortunato perché gioca a meno di mezz’ora da casa, vive con i suoi ed è nello stesso paese con gli stessi amici da quando era piccolo. Se si rileggono le dichiarazioni rilasciate recentemente ad Icon, forse, non potrete non essere d’accordo con lui: erano le cose che facevano stare bene da piccoli, quando l’unico pensiero era calciare un pallone.