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Non arriva nemmeno a giugno: esonero UFFICIALE | La bandiera bianconera perde la panchina

Non arriva nemmeno a giugno: esonero UFFICIALE | La bandiera bianconera perde la panchina

Pallone Serie A (credits: Andrea Rosito)

Una scelta improvvisa, arrivata quando nessuno se l’aspettava. Qualcosa si è rotto e ora tutti si chiedono il perché?

Non è nemmeno arrivato a fine stagione. Sembrava l’inizio di qualcosa di bello, c’era entusiasmo, curiosità e voglia di vedere dove sarebbe andata a finire. E invece…è finita subito. Un taglio netto, quasi senza preavviso.

C’era chi ci credeva davvero, chi sperava in un cambio di passo, chi aspettava solo una scossa. Ma qualcosa non ha funzionato. Una partita storta, poi un’altra. Poi qualche scelta che ha fatto storcere il naso. E a quel punto è stato chiaro: si era rotto qualcosa.

Dentro lo spogliatoio si sentiva l’aria pesante, fuori piovevano critiche. E quel silenzio strano, prima e dopo ogni gara, faceva pensare che la fiducia si stesse esaurendo. Anche i numeri hanno detto la loro, ma qui non è solo questione di numeri. Non si era proprio creata quella connessione.

Ora resta solo una panchina vuota e una sensazione un po’ amara. Cos’è successo davvero?

Una storia finita prima di cominciare davvero

Era arrivato con il compito di rimettere insieme i pezzi, riportare entusiasmo, cambiare il passo. Un’impresa difficile, certo, ma non impossibile. E invece è andata in modo molto diverso da come ci si aspettava. In poco tempo, quella che doveva essere una nuova partenza si è trasformata in una corsa in salita, fatta di risultati incerti, tensioni crescenti e fiducia che ha iniziato a traballare.

Il punto di rottura è arrivato all’improvviso, ma chi stava attento aveva già notato i primi segnali. Prestazioni sotto tono, decisioni discutibili e un episodio fuori dal campo che ha fatto parecchio rumore. Da lì in poi, è stato tutto un effetto domino. E oggi, a pochi mesi dall’inizio di tutto, è già il momento dei saluti. Ma cosa c’è davvero dietro questa scelta così drastica?

Non arriva nemmeno a giugno: esonero UFFICIALE | La bandiera bianconera perde la panchina
Fabio Cannavaro (imago)

Cannavaro, è già finita: via dopo appena 14 partite

Doveva essere la sua occasione, il rilancio, la sfida lontano da casa in un ambiente tutto da conquistare. Fabio Cannavaro, ex giocatore delle squadre italiane di Juventus, Inter, Parma e Napoli, era arrivato sulla panchina della Dinamo Zagabria con entusiasmo e voglia di fare la differenza. Ma qualcosa è andato storto e pure in fretta. Dopo appena 14 partite ufficiali e poco più di tre mesi in carica, il club croato ha deciso di esonerarlo, senza nemmeno aspettare la fine della stagione.

Le aspettative erano alte: riportare la Dinamo in corsa per il titolo, colmare il distacco dalle prime della classe. Ma invece di scalare la classifica, la squadra è crollata. Cinque sconfitte, tanti passi falsi, una distanza sempre più netta dalla vetta occupata dall’Hajduk Spalato. E poi quell’ultimo episodio — un viaggio in Italia per uno spot pubblicitario proprio dopo una sconfitta — che ha fatto saltare il banco. Ora la panchina è affidata al vice, mentre Cannavaro lascia, tra ringraziamenti di rito e un bilancio che lascia l’amaro in bocca.