Juve, la notizia ha sconvolto il club: morto il portiere, era una bandiera del club | Presidente in lacrime

Allianz Stadium (imago)
Scompare una figura simbolo del passato bianconero: la Juventus ricorda l’ex portiere con affetto e gratitudine
Il termine del campionato si avvicina, ma in casa Juventus non è ancora il momento di tirare le somme. Anzi, la stagione bianconera ha ancora tanto da dire. L’obiettivo primario è conquistare un posto tra le prime quattro e staccare il pass per la prossima Champions League. Ma non solo: all’orizzonte c’è anche il Mondiale per Club, a cui la Juve parteciperà in virtù dei risultati europei delle ultime stagioni.
Nel frattempo, la squadra ha cambiato volto in panchina. Dopo l’addio di Thiago Motta, è stato Igor Tudor a prendere in mano il timone. Un ritorno che ha portato una prima scossa positiva: 7 punti nelle prime 3 gare con il croato in panchina, un bottino che ha rilanciato la Juventus in classifica, ora quarta con 2 punti di vantaggio sul Bologna e 3 sulla Lazio.
Ma il cammino resta in salita e ricco di insidie. Il calendario propone infatti due trasferte ad altissima tensione che potrebbero decidere le sorti della stagione: domenica 4 maggio al Dall’Ara contro il Bologna, e subito dopo all’Olimpico contro la Lazio, altra concorrente diretta. Due gare fondamentali per blindare la qualificazione in Champions.
Per Tudor, queste settimane rappresentano molto più di un finale di stagione: sono un vero e proprio esame per conquistare la fiducia del club in vista del futuro. La dirigenza, infatti, valuterà anche sulla base dei risultati ottenuti se puntare ancora su di lui o virare su un altro profilo. In casa Juventus, insomma, è ancora tempo di battaglia. I conti si faranno solo alla fine.
Juventus, nuova rivoluzione in vista?
Non appena saranno definiti gli scenari per la prossima stagione, la dirigenza bianconera dovrà fare importanti valutazioni. La qualificazione alla Champions League sarebbe un boost cruciale, sia per la parte economica che per l’appeal internazionale del club. In questo contesto, l’operato di Cristiano Giuntoli, scelto dalla famiglia Elkann due anni fa, sarà sotto la lente d’ingrandimento. Il progetto avviato insieme a Thiago Motta è stato interrotto prematuramente, sollevando dubbi sulle scelte fatte.
Le scelte di mercato, in particolare, saranno al centro dell’analisi. Alcuni acquisti, come quello di Teun Koopmeiners, prelevato dall’Atalanta per oltre 60 milioni di euro, hanno visto il loro valore drasticamente ridotto nel corso della stagione. Sotto osservazione anche diversi prestiti considerati troppo onerosi, con calciatori che difficilmente verranno riscattati nella prossima annata, sollevando ulteriori interrogativi sulla gestione sportiva. In questo contesto, la proprietà potrebbe decidere di rivedere gli equilibri dirigenziali, valutando anche l’eventuale allontanamento di Cristiano Giuntoli. Tra le ipotesi sul tavolo, prende quota quella di un coinvolgimento sempre più attivo di Giorgio Chiellini.

Il calcio italiano piange Giulio Drago
Il calcio italiano piange Giulio Drago, ex portiere scomparso a 62 anni all’ospedale San Giuseppe di Empoli, dove era ricoverato da alcuni giorni. Originario di Caltagirone, Drago aveva iniziato la sua carriera nell’Orbassano prima di approdare all’Aosta e poi nel settore giovanile della Juventus, dove rimase dal 1980 al 1983 come terzo portiere, senza mai esordire in prima squadra. La sua vera consacrazione arrivò con l’Empoli, dove fu protagonista della storica prima promozione in Serie A nella stagione 1985/86 e stabilì il record d’imbattibilità del club con 491 minuti nel campionato 1987/88.
Nel corso della sua carriera ha vestito anche le maglie di Cremonese, Atalanta, Bari, Triestina, Ascoli e infine Pontedera, dove concluse la carriera con un momento entrato nella memoria collettiva: la clamorosa vittoria in amichevole per 2-1 contro l’Italia di Arrigo Sacchi nel 1994, alla vigilia dei Mondiali americani. A livello giovanile fu protagonista anche con la Nazionale Under 21, raggiungendo la semifinale degli Europei nel 1984. Drago viene ricordato oggi come un professionista serio e riservato, capace di lasciare un segno indelebile in ogni squadra in cui ha militato.