Home » Trending News » “Il doping non c’è”: sentenza Sinner ribaltata | Cambia la decisione definitiva

“Il doping non c’è”: sentenza Sinner ribaltata | Cambia la decisione definitiva

"Il doping non c'è": sentenza Sinner ribaltata | Cambia la decisione definitiva

Jannik Sinner, tennista (imago)

La WADA si è espressa in maniera definitiva sul caso doping che sta tenendo banco ormai da mesi, ma le polemiche non si placano

Quello dell’utilizzo di sostanze dopanti è, e probabilmente resterà, sempre una delle criticità dell’attività sportiva praticata ad altissimi livelli. La storia è piena di atleti che si sono trovati ad affrontare la giustizia sportiva per questo motivo.

Il caso più celebre è probabilmente quello di Lance Armstrong. Il ciclista, vincitore di 7 Tour de France consecutivi, il quale, si è visto ritirare tutti i titoli conquistati anni dopo a seguito della sua ammissione di colpa in diretta televisiva.

Lo statunitense, di fatto, nel periodo in cui riuscì a conquistare la “grand boucle” non venne mai trovato positivo ad alcun test antidoping. Un caso che ha inevitabilmente aperto una falla nei sistemi di controllo della WADA, l’agenzia internazionale per l’antidoping, che si è vista costretta ad aumentare la sensibilità dei propri test.

Attualmente la capacità di rintracciare sostanze dopanti nel corpo degli atleti è sicuramente più accurata rispetto ai tempi di Lance Armstrong. Forse anche troppo, considerando il caso di Jannik Sinner.

Sinner e il caso clostebol

Il tennista altoatesino era risultato positivo al clostebol, sostanza considerata illegale dai regolamenti della WADA, in due test svolti nel marzo 2024. Pur certificando che le quantità rintracciate nel corpo di Sinner non fossero abbastanza da alterarne le prestazioni, l’organismo internazionale per l’antidoping ha aperto un procedimento per comprendere la provenienza della sostanza.

Secondo la ricostruzione il clostebol faceva parte di una pomata utilizzata da un massaggiatore dello staff di Sinner per curare una ferita non cicatrizzata ad un dito. Non assunto dunque in maniera volontaria dal tennista. Nonostante ciò il mondo del tennis ha alzato verso il numero uno del mondo numerose polemiche che non si sono arrestate neanche dopo la sentenza definitiva.

"Il doping non c'è": sentenza Sinner ribaltata | Cambia la decisione definitiva
Jannik Sinner, tennista (imago)

Tre mesi di stop senza doping

In un intervista a Sky Uk, riportata dalla Gazzetta dello Sport, il General Counsel della WADA Ross Wenzel è intervenuto per spiegare la situazione del caso Sinner. A detta sua le indagini scientifiche e specifiche della WADA avrebbero evidenziato un’incompatibilità fra le due positività di Sinner e il doping intenzionale. Questo, sarebbe evidenziato anche dal fatto che, per Wenzel, negli esami relativi ai campioni dei 12 mesi precedenti non è stata trovata alcuna traccia del clostebol.

Il caso quindi si è chiuso con la certificazione del fatto che Sinner non ha mai assunto intenzionalmente assunto sostanze dopanti in grado di alterare le sue prestazioni sportive. Nonostante ciò, il tennista italiano, si è accordato per una squalifica di tre mesi, nei quali dovrà stare lontano dai campi.