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Ero un giocatore dell’Inter, poi ho scoperto l’alcol: nerazzurri sotto choc | Carriera buttata via

Ero un giocatore dell'Inter, poi ho scoperto l'alcol: nerazzurri sotto choc | Carriera buttata via

Stadio San Siro (imago)

Calcio e alcol: come la pressione e la visibilità possano alimentare una dipendenza che minaccia la carriera e la vita dei calciatori

Il calcio è spesso visto come un mondo perfetto, popolato da talenti straordinari e prestazioni impeccabili, dove la disciplina è la chiave del successo. Tuttavia, dietro questa facciata di perfezione, esistono anche realtà più difficili. Tra cui i problemi legati all’alcol che molti calciatori hanno dovuto affrontare.

L’alcol rappresenta una tentazione per molti sportivi, e il calcio non fa eccezione. La pressione psicologica di essere sempre al massimo, insieme alle numerose occasioni sociali, rende l’alcol una fuga temporanea, ma pericolosa, dalle difficoltà emotive.

Quando il consumo di alcol diventa un’abitudine, per alcuni calciatori può trasformarsi in un problema serio. Quello che inizialmente sembra essere un modo per rilassarsi o “gestire” lo stress, può evolversi in una vera dipendenza.

Il calcio, come tutti gli sport, deve affrontare e riconoscere queste sfide, offrendo ai giocatori il supporto necessario per gestire il peso della fama e della pressione. In particolare modo, per prevenire le dipendenze che possono distruggere carriere altrimenti promettenti.

Calciatori e Alcol: le storie di dipendenza che hanno segnato il calcio

Nel corso degli anni, molti calciatori hanno affrontato pubblicamente le loro difficoltà con l’alcol. Tra i più noti c’è Paul Gascoigne, calciatore ex Lazio, uno dei talenti più brillanti del calcio inglese, ma anche una delle figure più tragiche legate alla dipendenza. Gascoigne ha lottato con l’alcol per gran parte della sua vita adulta, danneggiando la sua carriera e la sua reputazione. Nonostante il suo straordinario talento, la dipendenza ha avuto un impatto devastante sia sulla sua vita personale che professionale. Un altro esempio è George Best, leggenda del Manchester United, la cui dipendenza dall’alcol ha segnato la sua vita. Sebbene abbia continuato a giocare per anni, la sua abitudine di bere in modo incontrollato lo ha portato, diversi anni dopo il termine della carriera, alla morte prematura per un’infezione epatica, un tragico epilogo di una carriera che avrebbe potuto essere ancora più brillante.

Anche Tony Adams, bandiera dell’Arsenal, ha avuto una battaglia pubblica con l’alcol, raccontata nel suo libro “Fuorigioco – La mia vita con l’alcol”. I suoi problemi gli sono costati un arresto per guida in stato di ebbrezza e hanno influito negativamente sulla sua carriera, compromettendo la sua partecipazione al mondiale del 1990 e la sua posizione di capitano dell’Inghilterra. A differenza di Gascoigne, Adams ha scelto di affrontare la sua dipendenza, intraprendendo un percorso di disintossicazione dopo gli Europei del 1996. Un altro caso emblematico è quello di Cicinho, ex calciatore di Real Madrid e Roma, che ha raccontato di aver bevuto 18 caipirinha e 14 birre in una sola sera, arrivando persino a dichiarare di aver “incontrato Gesù”.

Ero un giocatore dell'Inter, poi ho scoperto l'alcol: nerazzurri sotto choc | Carriera buttata via
Fredy Guarin, ex centrocampista Inter (lapresse)

Fredy Guarin: La lotta contro l’alcol e la rinascita

Fredy Guarin, ex Inter, ha recentemente raccontato le sue difficoltà con l’alcol, un problema che lo ha accompagnato durante gran parte della sua carriera. Inizialmente riusciva a gestire la situazione senza compromettere le sue prestazioni sul campo, ammettendo che “mi ubriacavo due giorni prima della partita e poi scendevo in campo, segnavo uno o due gol”. Tuttavia, con il tempo l’alcol ha preso il sopravvento sulla sua vita, influendo negativamente sia sulla sua carriera che sulle sue responsabilità familiari. Ha spiegato come la dipendenza lo portò a bere costantemente, sia a casa che fuori, fino a fallire in ogni aspetto della sua vita.

Il momento più difficile arrivò nel periodo in cui giocava al Vasco da Gama in Brasile. La pandemia, la separazione dalla moglie e l’isolamento lo spinsero a bere 50-70 birre in una sola notte. In preda alla disperazione, Guarin racconta di aver tentato il suicidio, ma la sua vita fu salvata da una rete che lo respinse dopo il salto dal balcone. Oggi, lontano dal calcio, vive una vita sobria a Envigado, prendendosi cura della sua famiglia e dei suoi cavalli. Ha intrapreso un percorso riabilitativo e, riconosciuto per la sua esperienza, è stato invitato a far parte di un progetto del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti, volto a sensibilizzare sulla salute mentale degli atleti.