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Dolce ritardo in casa Sinner: Anna non poteva farci niente | È successo per caso

Sinner, il ritardo non era casuale: Anna non poteva farci niente: È successo per caso

Sinner e Anna (Ansa)

Cambio di programma e allenamento in extremis: dietro al ritardo un imprevisto inaspettato per Jannik Sinner.

Le Nitto ATP Finals di quest’anno rappresentano un’edizione storica e, per molti versi, un punto di svolta. Non solo è la prima volta che vi partecipano esclusivamente giocatori con rovescio a due mani e senza mancini, ma per la prima volta mancano anche i tre grandi del tennis mondiale – Novak Djokovic, Rafael Nadal e Roger Federer.

Questo torneo, quindi, non è soltanto la chiusura della stagione, ma anche un’ulteriore conferma del passaggio di testimone a una nuova generazione di atleti.

Secondo Fabio Colangelo, ex direttore tecnico del Circolo della Stampa Sporting e oggi allenatore di Lorenzo Sonego e commentatore per Sky Sport, questa svolta è significativa non solo per l’assenza dei grandi del passato, ma anche per ciò che rappresenta.

Colangelo osserva come Djokovic sembri ormai intenzionato a selezionare attentamente i tornei a cui partecipa, privilegiando obiettivi mirati e rare apparizioni, mentre Nadal e Federer, rispettivamente per problemi fisici e per il recente ritiro, sono sempre meno presenti sulla scena.

I favoriti: Jannik Sinner e Carlos Alcaraz

Con l’assenza delle icone storiche, i riflettori sono puntati su Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, due giovani talenti che si sono già affermati a livello mondiale. Entrambi hanno conquistato due Slam, ma Colangelo attribuisce a Sinner un vantaggio in termini di continuità e regolarità di rendimento.

Alcaraz, d’altro canto, è riconosciuto per il suo talento e la sua esplosività in campo, con colpi spettacolari che non solo appassionano il pubblico, ma possono fare la differenza nei momenti cruciali. Tuttavia, Colangelo sottolinea che Alcaraz potrebbe trovare qualche difficoltà, soprattutto in una competizione indoor.

Sinner, una mentalità da numero uno

Colangelo descrive Jannik Sinner come un atleta unico, dotato di una straordinaria mentalità e dedizione. Per Colangelo, ciò che distingue Sinner dagli altri giovani è proprio l’attitudine con cui affronta ogni allenamento e partita.

Racconta un aneddoto significativo: durante un allenamento a Pechino, nonostante un ritardo di venti ore nel viaggio (su cui né lui né la compagna Anna potevano farci nulla), Sinner è sceso in campo con la consueta intensità. Nonostante la stanchezza, ha voluto rimanere in campo per migliorare un dettaglio nel servizio, dimostrando una dedizione quasi maniacale alla perfezione.