Guglielmo Vicario è senza dubbio uno dei migliori prospetti della nostra Serie A, nonché della Nazionale Italiana. L’estremo difensore dell’Empoli, di stagione in stagione, continua a stupire, confermandosi uno dei portieri più talentuosi del campionato. Ma a chi si ispira Vicario? “Buffon è il mio idolo e la sera di Italia-Svezia, nel 2018, non ho potuto trattenere le lacrime“. Queste le parole del portiere dell’Empoli Vicario nel corso dell’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Anche Vicario, come il suo idolo, sogna di rendersi protagonista anche con la maglia azzurra dell’Italia: “Io penso serva guardare avanti. Per quello che ho toccato con mano ho visto un gruppo sano, di ragazzi splendidi e di grandi lavoratori, oltre che di atleti molto forti. Si ripartirà, si andrà avanti, puntando verso i prossimi obiettivi. Mondiale 2026? un sogno“.
Guglielmo Vicario, con il suo Empoli, è atteso venerdì da un importantissimo test contro la Juventus, che ha voluto presentare così nel corso della sua intervista: “Stiamo preparando la partita come prepariamo qualsiasi altra gara, indipendentemente dal fatto che l’avversario si chiami Juventus, per cui ovviamente nutriamo enorme rispetto. Per tentare l’impresa bisognerà dare il 100% senza concedere nulla. Dobbiamo guardare a noi stessi e mettere in campo quanto facciamo tutti i giorni in allenamento. Noi ci proviamo, nonostante l’ostacolo sia enorme“
Nel corso della sua intervista, poi, Vicari ha voluto raccontarsi completamente. L’estremo difensore ha voluto spiegare come è nata la sua passione per questo delicato ruolo e le sue stagioni di cresciata nelle giovanili dell’Udinese. Non ha fatto poi mancare parole di ammirazione per chi ha condiviso con lui questa esperienza friulana, come Meret, Provedel e Scuffet. “Ho iniziato a tirare i primi calci al pallone a 3-4 anni, andavo allo stadio a Udine la domenica. Il ruolo del portiere viene snobbato dai bambini, tutti vogliono fare gol, e ho visto in questo una sfida: mi sono messo dall’altro lato e la mia soddisfazione era non fare segnare gli altri. È nata così, poi arrivato a undici anni mi sono sentito a mio agio tra i pali e ho scelto definitivamente“.
“Alex il settore giovanile lo ha fatto veramente tutto, penso abbia iniziato a 10 anni arrivando in prima squadra. I nostri sono legami forti. Ciascuno è orgoglioso del percorso dell’altro. La maglia azzurra poi amplifica ancora di più questa unione. Con Provedel abbiamo spesso giocato contro: io al Perugia e lui alla Juve Stabia, l’anno scorso in Empoli-Spezia. Abbiamo un legame di terra che ci portiamo dentro involontariamente. Ora, con la possibilità di incontrarci in Nazionale, abbiamo pure condiviso la stanza“