Dopo l’ufficialità dei giorni scorsi Milan Djuric si è presentato in un’intervista ai tifosi del Verona: “Il mio contratto con la Salernitana era finito, quando il direttore l’ha saputo si è subito messo in moto e abbiamo risolto la questione contrattuale velocemente. Sono sicuro di approdare in una società organizzata, formata da professionisti in campo e fuori. L’impressione è stata subito positiva: mi aspetto di dare una mano affinché le cose vadano positivamente”.
Dall’alto dei suoi 1,99 m, Djuric è sicuramente un attaccante di peso che fa del fisico la sua arma migliore, ma che al tempo stesso è dotato anche di una buona tecnica: “Mi considero una punta centrale, molto fisica, che lavora per i compagni di reparto e anche per i centrocampisti. Posso dare una mano sulle palle inattive, e provo a essere un punto di riferimento quando la squadra è in difficoltà. La mole fisica per certi versi aiuta e per altri ti penalizza. Facevo più fatica all’inizio, poi giocando tante partite si migliora. Gli allenamenti sono per me una sfida quotidiana, cercherò di migliorare anche in futuro”.
“L’obiettivo è inserirmi il più velocemente possibile dentro la squadra e assimilare tutti i concetti di mister Cioffi– ha continuato. E poi dare un contributo affinché si migliori la stagione precedente. Per me è una grande opportunità. Cercherò di rendere al massimo, per quanto il mister me lo concederà Lo spazio uno se lo ritaglia in allenamento, e il mister fa le sue scelte. Io ho caratteristiche precise, se il mister riterrà opportuno che io parta dall’inizio o subentri per me non c’è alcun problema. L’importante per me è riuscire a dare il mio contributo”.
Sui suoi compagni di squadra ha aggiunto: “Ho giocato più o meno contro tutti. Veloso dal punto di vista umano e tecnico ha grandi doti, ha un piede fantastico e penso possa essere di grande aiuto a tutta la squadra, in campo e fuori. Abbiamo subito instaurato un bel rapporto”.
Sul Verona ha aggiunto: “Da avversario la vedevo come una squadra difficile da affrontare, molto compatta, formata da giocatori che avevano grande coesione. Ci sono giocatori che possono risolvere la partita con una giocata, ma la coesione del gruppo è l’elemento che mi aveva maggiormente impressionato. Bentegodi? Un impatto importante. La tifoseria del Verona è conosciuta in Italia: è molto calda, aiuta la squadra anche nei momenti difficili. Mi ha sempre impressionato, si fa sentire pur essendo lontana dal campo. Questa cosa ti colpisce da avversario”.