Milan, Pioli: “Non ci saremmo accontentati di un altro secondo posto”
Due dei protagonisti principali del successo in Serie A del Milan sono stati Stefano Pioli e Fikayo Tomori. I due rossoneri, a qualche giorno dalla vittoria dello scudetto, hanno ripercorso quei momenti intervistati da The Athletic.
Milan, le parole di Pioli e Tomori: “Non ci saremmo accontentati di un altro secondo posto”
A esordire è stato Stefano Pioli, che ha raccontato un aneddoto che risale a quasi un anno fa: “Il momento chiave è stato quando ci siamo ritrovati per la prima volta a Milanello. Era il 6 luglio, è passato quasi un anno. Abbiamo discusso degli obiettivi e ci siamo detto che avremmo dovuto puntare in alto. Non ci saremmo accontentati di un altro secondo posto, ci eravamo già passati“.
L’allenatore racconta di come quel momento sia stato importante: “Ho visto nei miei giocatori la consapevolezza di essere forti. Poi, secondo me, ci sono due momenti chiave nella vittoria di questo scudetto: il primo è stata la rimonta nel derby. Se non fosse andata così il distacco dall’Inter sarebbe stato troppo ampio. Il secondo è stata la vittoria all’ultimo minuto contro la Lazio all’Olimpico dopo la sconfitta nel derby di Coppa Italia. Quei due episodi ci hanno dato ancora più fiducia“.
“Ho fatto una scommessa con Bakayoko, gli ho detto che mi sarei fatto i capelli biondi se avessimo vinto… ora devo farli“. Esordisce così, invece, Fikayo Tomori. Il difensore inglese parla dei suoi primi mesi al Milan: “Quando sono arrivato c’era il Covid, la passione dei tifosi era difficile da capire anche se mi avevano detto, miei colleghi che giocavano in Italia, che era pazzesca. Quest’anno l’ho vissuta e posso dire che è indescrivibile. Non lo dimenticherò mai“.
Poi il difensore parla di Ibrahimovic: “Nell’intervallo contro il Sassuolo continuava a dire che non era finita anche se eravamo 3-0. Ogni volta che abbiamo vinto ha mantenuto alta la concentrazione di tutti, ha continuato a parlare nello spogliatoio“. Su Leao: “In allenamento non si direbbe che è così in partita. Gli piace scherzare, dribblare, ti supera una volta e poi vuole tornare da te. In campionato, però, è un giocatore fondamentale. Ha tutto: è veloce, è forte, sa dribblare, sa colpire di testa. Fa la differenza“.