Marcus Thuram ha parlato in un’intervista al canale YouTube della Lega Serie A: dagli obiettivi della sua Inter al rapporto coi compagni di squadra e col padre, l’attaccante della Nazionale francese si è soffermato su diversi aspetti.
Arrivato in nerazzurro nell’estate 2023 dopo 4 anni al Borussia Monchengladbach, Marcus Thuram è stato l’attaccante scelto dalla squadra di Inzaghi per sostituire Romelu Lukaku. Il calciatore della Nazionale francese ha sin da subito impressionato in positivo il mondo Inter sentendo a San Siro il calore dei tifosi: «L’uscita dal tunnel a San Siro è sempre speciale. Ma anche fare i gol e sentire il rumore dei tifosi è incredibile. La prima esultanza contro la Fiorentina l’ho fatta con le mani dietro le orecchie per il rumore che c’era San Siro. Anche il coro che fanno per me è veramente bellissimo».
Già 6 gol e 6 assist per lui dall’inizio della stagione. Thuram, oltre alle doti in fase realizzativa sta dimostrando ottime capacità nell’assist e nell’aiutare la squadra: «Voglio aiutare la squadra anche nel gioco, oltre che nei gol e nei rigori, ma anche aiutare i compagni se hanno bisogno di una corsa, con una rimessa, con un passaggio, con un dribbling. Quello che devo fare sul campo è aiutare la squadra. Per me essere un numero 9 è rispondere a quello che devi fare sul campo. Sia se sono a sinistra sia a destra devo fare sempre la cosa giusta. Sullo scudetto so da quando ho firmato con l’Inter che bisogna vincerlo. Ma è ancora presto per parlare della seconda stella, proviamo a fare il meglio ogni partita, stiamo facendo bei risultati e proviamo a continuare così».
Thuram sta formando una coppia d’attacco fantastica con Lautaro Martinez: «Quello che mi piace di più di Lauti è la sua tecnica e il senso del gol. Io e lui ci completiamo bene perché Lautaro è un giocatore molto intelligente e anch’io provo ad esserlo. Siamo due giocatori che rispettano il gioco, è più facile giocare con qualcuno così, devi interpretare il gioco nella maniera più giusta possibile. Mi sto trovando molto bene anche con Calhanoglu e Arnautovic, per me sono come dei fratelli. Mi aiutano prima dei match e scherzano con me. Anche mio padre mi aiuta perché quando faccio una bella partita so che non parlerà forse di questo, ma di quello che ho sbagliato, ma va bene così anche perché mi fa imparare molto. Mi aiuta dentro e fuori dal campo, è sempre dietro di me. Pensa che a 26 anni sia ancora un bambino”.