La tenuta di Spalletti a Montaione: tutto quello che c’è da sapere
Luciano Spalletti, nato a Certaldo, in provincia di Firenze, ha trascorso ad Empoli molti degli anni più importanti della sua carriera. Fu proprio la società toscana a concedere a Spalletti la prima esperienza in panchina, dopo essersi ritirato dal calcio giocato con la stessa maglia. Sempre in Toscana, nei pressi di Montaione (FI), sorge uno dei posti più significativi nella vita dell’allenatore degli azzurri. Di seguito tutto ciò che c’è da sapere sulla tenuta La Rimessa a Montaione, di proprietà della famiglia Spalletti.
Tenuta La Rimessa a Montaione: cosa c’è da sapere e le parole di Spalletti
La tenuta La Rimessa a Montaione, di proprietà della famiglia Spalletti, rappresenta un vero e proprio luogo di culto per l’allenatore del Napoli. Queste le sue parole, rilasciate nel corso di una lunga intervista alla trasmissione Linea Diletta su DAZN: “Questo è il luogo dove riesco a concentrarmi meglio per trovare le soluzioni migliori per la squadra. Il silenzio delle colline è la cosa più bella del mondo, perché trovi quella tranquillità per riuscire a pensare e ti senti un po’ come un monaco in un convento. È bello andare a toccare la profondità dei propri sentimenti”.
All’esterno della tenuta troviamo diverse specie di animali, a cui l’allenatore toscano è molto legato. Dal pollaio con pavoni e galline, fino ad un recinto contenente un asino (Ciuchi Ciuchi) ed un cavallo. C’è spazio anche per una coppia di struzzi, Blackino e Giallina, e degli alpaca (Navigator, Ombrone e Gaetano). Infine un laghetto, con dei cigni, delle anatre e le loro abitazioni. All’interno troviamo invece alcuni oggetti particolari, come una pelliccia ricevuta in regalo dai pastori ceceni ai tempi dello Zenit.
In piena campagna ci sono anche due grossi spaventapasseri: “Si chiamano Marce e Carl. Sono qui per accogliere la gente, le braccia larghe sembrano per spaventare qualcosa ma in realtà lo scopo è quello di accogliere le persone. Sono stati fatti anche per quei due che avrebbero voluto vivere all’infinito in luogo così, che sono mio papà e mio fratello, Marcello e Carlo. Mio padre ha sempre sognato di avere una sua vigna e produrre olio, per poterlo usare nel condimento dei pomodori dell’orto e dell’insalata”. Sugli spaventapasseri è presente anche la maglia de La Rimessa, con una scritta che recita: “Apro gli occhi e ti penso ed ho in mente te”.
Scale e maglie da calcio: la curiosa metafora di Spalletti
Ci sono poi delle scale alte circa 18-20 metri, a cui sono appese maglie da calcio del Napoli e non solo. A tal proposito, Spalletti spiega: “Queste scale rappresentano, con un po’ di fantasia, quella che potrebbe essere la distanza fra i bambini che hanno il sogno di giocare a calcio e il cielo, mentre qualcuno come i calciatori del Napoli ci è già riuscito. Ce ne sono alcune libere anche per i bambini che magari un giorno riusciranno a vestire le stesse maglie e raggiungere i propri sogni“.
L’allenatore del Napoli continua così, illustrando ciò che significa per lui questo posto: “All’inizio sembrava strano anche a me riuscire a mettere insieme il silenzio di questo posto con l’euforia degli stadi, la partecipazione alle partite. Però poi piano piano ha prevalso quello che vedono gli occhi e non quello che sentono le orecchie. E allora è un bel contesto sia lo stadio che la campagna. Qui è dove vado a studiare nuove soluzioni, pensare a ciò che posso usare poi nel mondo lavorativo, e diventa forse più creativo farlo nel silenzio e nelle suggestioni di questi spazi”.
Nel mondo di Luciano Spalletti: la collezione di maglie da calcio e il vino
Al piano di sotto troviamo la famosa collezione di maglie di Spalletti: “Io sono come quei bambini che amano il calcio, mi sono tenuto un po’ di ricordi strada facendo andando a incontrare alcuni calciatori. Mi sono preso il cimelio da portare a casa. Ci sono calciatori che hanno fatto la storia come Beckham, Cannavaro, Maldini, Batistuta. Le mie preferite? Forse De Rossi, poi Salah e Koulibaly“.
Non può mancare ovviamente la cantina, ricca di vini di ogni tipo. Ci sono anche vini dal nome che richiama il Luciano allenatore, come il Rosso diretto, il Bordocampo e il Tra le linee. Spiega Spalletti: “Il Bordocampo lo paragono a De Rossi. Il Rosso diretto è un vino pregiato, ci vuole personalità forte ed è proiettato nel futuro. Per cui dico Di Lorenzo. Ne abbiamo tanti che possono giocare Tra le linee; il calciatore che ho usato meno ed ha le capacità per farlo in maniera perfetta è Elmas”.