Sassuolo, Laurienté: “Kvara e Leao i miei modelli. Dionisi? Mi ripete sempre di fare una cosa”
Il Sassuolo ormai da anni, ha abituato la platea del calcio italiano ad ammirare parecchi giovani di grande qualità. Basta pensare a Raspadori, Scamacca e Traorè solo per fare qualche esempio, ma la lista potrebbe essere molto più lunga. Tuttavia, anche quest’anno la società emiliana non si è smentita, non a caso uno degli elementi più determinanti della squadra è un classe 1998 francese. Si tratta di Armand Laurienté, che ha rilasciato un’intervista a SportWeek, in cui ha parlato della sua stagione con la maglia del Sassuolo, e del suo rapporto con Dionisi.
Grazie alle sue 7 reti, Laurienté ad oggi è il miglior marcatore della stagione del Sassuolo facendo gioire tutti i suoi fantallenatori. Nonostante il suo primo anno in Serie A, l’attaccante francese sembra non abbia patito particolarmente il passaggio a un campionato più tattico rispetto alla Ligue 1: “Non ho avuto molto tempo per studiare il calcio italiano, dopo il Lorient sono venuto in Serie A e ho giocato subito. Fortunatamente mi trovo in una squadra che esalta le mie qualità“.
Sassuolo, l’intervista a Laurienté
Laurienté si è soffermato anche sul rapporto con Dionisi: “Il mister mi dice sempre di andare a puntare l’uomo e di andare avanti, vuole sempre che salti il difensore, crede molto in me. Per me il dribbling è sempre una possibilità, soprattutto quando non ci sono linee di passaggio. In genere guardo sempre l’avversario e cerco di capire dove va, dopo provo a scartarlo“.
L’attaccante del Sassuolo guarda ai suoi modelli in Serie A e cerca di trarne spunto: “Kvaratskhelia e Leao sono efficaci. Conoscono bene i loro punti di forza. Per arrivare al loro livello devo migliorare la mia efficacia ma c’è tempo per farlo”.
A sottolineare le qualità di Laurienté c’è un importante dato sulle punizioni. Infatti, dalla stagione 2020/2021, considerando solo i maggiori campionati europei, l’attaccante del Sassuolo e Messi hanno lo stesso numero di gol (5), solo Prowse del Southampton ha fatto meglio con 11 centri: “Vero? Non sapevo di questo dato. Solo che a volte succede che calcio la palla anche fuori dallo stadio (ride). Spesso basta una sottile differenza nella postura del corpo e la traiettoria cambia di molto. Berardi? Spesso tira anche lui i calci piazzati ma generalmente ce li dividiamo“.