Finisce 1-1 il match fra Lazio e Monza, andato in scena all’Olimpico e valevole per la 5a giornata di Serie A. I biancocelesti erano passati in vantaggio al 12′ grazie al rigore segnato da Immobile, ma il risultato è tornato in equilibrio con la rete segnata da Gagliardini al 36′. Al termine della sfida pareggiata contro il Monza, l’allenatore della Lazio Maurizio Sarri ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sky Sport.
L’allenatore ha iniziato commentando la prestazione: “In entrata di partita siamo stati passivi. Abbiamo rimesso la partita in mano agli avversari. Poi nel secondo tempo si è aperta di più e di palle gol ne abbiamo avute abbastanza nette anche noi. Abbiamo mancato il tiro un paio di volte, poi chiaro siamo in un momento in cui non ci vengono bene tante cose. Ma come dicevamo prima della partita, è anche difficile pensare di uscire da questi momenti negativi in maniera secca e veloce. Quindi abbiamo fatto un tratto di partita neanche male, però dobbiamo fare di più. In questo momento purtroppo abbiamo difficoltà a fare di meglio“.
La cosa più importante in questa fase delicata sarebbe trovare una vittoria: “La priorità sarebbe fare un risultato pieno in questo momento. Ci darebbe probabilmente entusiasmo e ci toglierebbe l’ansia che abbiamo in questo momento. Poi, per quanto riguarda il resto, dobbiamo ritrovare la nostra pericolosità offensiva. Perché per quanto giochiamo, poi alla fine creiamo un po’ poco. In fase difensiva qualche segnale lo stiamo dando, però la solidità dell’anno scorso in questo momento non c’è“.
Un pareggio che a detta di Sarri è stato condizionato dalla recente gara di Champions League: “La speranza c’era, però giocare dopo la Champions è difficile per tutti. Che la partita era a rischio era abbastanza facilmente prevedibile. Però, visto come si era messa, c’erano margini sicuramente per fare meglio“.
Dare spettacolo non è certamente la priorità di Sarri in questo momento: “Ogni squadra ha certe caratteristiche. Incaponirsi solo sulla bellezza, se la squadra non ha le caratteristiche, sarebbe veramente un suicidio. In certi contesti vengono fuori squadre più spettacolari, in altri meno. Quello che cerco ora è un ordine”.
A ogni modo, secondo l’allenatore biancoceleste la squadra non gioca neanche male: “Se i giocatori sono bravi in certe cose e gliene fai fare altre poi vai a scontrarti con la realtà. Poi è chiaro, se potessi scegliere io farei sempre una squadra tendente a giocare un calcio spettacolare. Però questa è una squadra che non gioca male. Gli puoi imputare di essere poco pericolosa, ma che gioca male non mi sembra”.
I risultati sfavorevoli potrebbero essere causati anche dalle difficoltà a integrarsi dei nuovi arrivati: “Bisogna valutare cosa c’è che non va nell’ambiente. I giovani arrivati quest’estate, come Guendouzi e Isaksen, sono ragazzi non pronti ancora tatticamente per giocare con noi. Però è anche vero che per fare un percorso ed essere completamente pronti bisogna giocare”.
La massima competizione europea è un impegno oneroso, ma ovviamente voluto: “Secondo me il grande problema dopo certe partite è il recupero delle energie mentali e nervose. Il down che subisci dopo una partita è importante, perché ricaricarsi non è sempre così semplice. Però non dev’essere neanche un alibi, perché abbiamo fatto di tutto per andarci in Champions. Ora ci siamo e non è che possiamo mandare a monte tutte le partite dopo la Champions”.