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Salernitana, Ribery: “Avrei voluto scegliere io quando dire basta”

Franck Ribery lascia il calcio giocato: è un fulmine a ciel sereno quello che ha colpito nella giornata di ieri i tifosi della Salernitana. E anche lo stesso giocatore è stupito e amareggiato da questa decisione, che non ha potuto prendere liberamente. Ribery appende le scarpe al chiodo a causa dei gravi problemi al ginocchio. “Nell’ultima settimana ho pensato un po’ di più a questo momento, ma la verità è che non ci arrivo davvero preparato. Ancora tre mesi fa mi sentivo bene, poi le prime fitte al ginocchio. Non sono una persona fragile, ma per i 3 giorni successivi non sono riuscito a muovermi. I dottori hanno detto che la situazione era molto grave. Ho provato a recuperare. Non riuscivo a credere di essere costretto a smettere. Avrei voluto scegliere io quando dire basta“, ha detto l’ex calciatore della Salernitana Franck Ribery in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.

Nell’edizione odierna della rosea, il francese ha rilasciato la sua prima intervista da ex calciatore. Questo pomeriggio, alle ore 15, la Salernitana sarà impegnata contro lo Spezia. Prima del match, Ribery darà l’addio al calcio in un Arechi gremito di tifosi, tutti lì per lui. Di certo non sarà la piazza più grande o la più prestigiosa in cui ha giocato, ma il francese è rimasto legato all’ambiente e al calore di Salerno, tanto da scegliere di rimanerci, anche se in un’altra veste.

Salernitana, l’intervista di Franck Ribery

Franck Ribery ha detto ufficialmente addio al calcio giocato. Dopo un carriera stellare, con 9 campionati, 6 coppe di Germania e una Champions League vinta, il francese è costretto a ritirarsi per un grave problema al ginocchio. Ribery non sarà più un giocatore, ma non lascerà Salerno. Per lui, infatti, è già pronto un ruolo nello staff di Davide Nicola: “Sono molto contento: in futuro vorrei allenare. Mi piace stare sul campo ed essere vicino alla squadra. Ai compagni ho detto che la cosa più difficile per me non era smettere, ma non poter aiutare loro tutti i giorni. Invece continuerò a farlo, in una città dove il calcio si vive come piace a me: con passione. E io sono innamorato del calcio. E poi il presidente Iervolino ha cambiato e sta cambiando le cose: si percepisce che c’è un progetto, una visione del futuro. Salerno merita grandi cose“.

Giunti a questo punto, viene naturale ripensare a tutta la carriera di Ribery, tra successi e delusioni, compagni ed avversari. “L’allenatore più importante? Due: Jean Fernandez, con cui ho firmato il mio primo contratto da pro al Metz. Avevo 21 anni e mi ha trattato come un figlio. E poi Jupp Heynckes: con lui al Bayern abbiamo vinto tutto e tutti gli volevano bene. La partita simbolo della mia carriera è sicuramente la finale di Champions 2013, vinta contro il Borussia Dortmund. Se potessi rigiocare una partita sarebbe quella con il Chelsea, la sconfitta in finale di Champions ai rigori. Il giocatore più forte con cui ho giocato? Zidane

Cosa lascia al calcio Ribery? Tante cose, credo. Il mio stile di gioco, la mia mentalità, la mia fame. Sono uno venuto dalla strada, e forse oggi non sono più tanti che come me hanno il dribbling, il guizzo, la fantasia… Penso che sia questo che le persone ricorderanno del sottoscritto. Non posso dire di essere stato il migliore, ma certamente sono stato diverso“, questo il pensiero del francese. L’ex giocatore della Salernitana Franck Ribery, inoltre, ha voluto chiudere la sua intervista esprimento in modo chiaro e tondo la sua opinone sui suoi anni d’oro: “Se sono stato tra i 5 migliori giocatori al mondo? Sì, lo sono stato“.

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Redazione