Franck Ribery, attaccante della Salernitana, ha rilasciato un’intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Il calciatore francese ha affrontato tematiche molto interessanti, ricordando i tempi in cui con il Bayern Monaco vinse praticamente tutto, tranne il Pallone d’oro; l’attaccante ha anche parlato del rapporto con il suo fisico, e come gestirlo durante tutta la stagione nonostante la non più giovanissima età. Ribery inoltre, ha da poco rinnovato per un altro anno il suo contratto con la Salernitana, confermando il grande rapporto che ha instaurato con la piazza campana.
Ribery ha scelto Salerno e la Salernitana anche per il rapporto speciale che ha con l’Italia: “La mentalità, il cibo, e la lingua. L’Italia è un paese meraviglioso. Firenze ha un pubblico incredibile, mentre a Salerno ho trovato grande affetto, tutte le persone vivono per il calcio. La salvezza dell’anno scorso è stata un’emozione unica, è stato diverso dal vincere una coppa ma ugualmente bello“. Ribery nonostante i suoi 39 anni, si vede ancora per parecchio tempo dentro un campo da calcio: “La passione è un inesauribile fonte di energia, spero di giocare ancora. Da bambino rimanevo a giocare per strada fino alle 2 del mattino, e oggi ho ancora la stessa voglia”.
Il talento di Ribery è cosa nota a tutti, così come la sua irrefrenabile simpatia e disponibilità: “Sono una persona molto semplice e ho bisogno del contatto umano. Per i tifosi, grandi e piccolini, ci sono sempre: un foto, un autografo, ma anche un semplice sorriso. Il campione non può essere campione solo in campo“. A quasi 40 anni, affrontare una stagione intensa all’interno di un campionato molto competitivo come la Serie A potrebbe portare a delle particolari precauzioni: “La testa ascolta il corpo e si regola. Io voglio dare il massimo per riuscirci devo rallentare qualche volta. A 39 anni è normale avere qualche problema fisico”.
Ribery, attualmente in forza alla Salernitana, durante l’intervista ha avuto modo di ricordare le splendide imprese vissute con il Bayern Monaco, senza però velare il proprio disappunto circa la mancata vittoria del Pallone d’oro: “Il 2013 fu un anno splendido per me, vincemmo il triplele con il Bayern ma non riuscì a vincere il Pallone d’oro. Sinceramente il tutto mi sembrò una scelta politica: successe qualcosa di strano”. Nessun rimpianto invece per aver lasciato la nazionale nel 2014: “All’epoca accadde una cosa brutta, io non fui rispettato come uomo. Sono sempre corretto con tutti ma mi arrabbio quando mi mancano di rispetto”.