Salernitana, Mazzocchi: “Ora sto bene. Con Sousa stiamo provando a cambiare tutto”
La luce in fondo al tunnel. Pasquale Mazzocchi è sempre più vicino al rientro, dopo il lungo infortunio. Il terzino della Salernitana aveva iniziato molto bene la stagione in corso con 2 gol e 2 assist, prima di fermarsi per un’operazione al ginocchio. Dopo un lungo calvario iniziato durante lo stop per il Mondiale, adesso il laterale italiano si appresta a tornare in campo e aiutare i compagni in quello che è l’obiettivo principale di questa stagione: la salvezza. Mazzocchi si è raccontato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, parlando dell’esperienza alla Salernitana, dell’infortunio e non solo. Di seguito un estratto delle sue parole.
Salernitana, l’intervista di Mazzocchi
Tornato dopo il lungo periodo di stop, il numero 30 della Salernitana ha espresso le sensazioni provate nel guardare i compagni fuori dal campo, affermando: “È stata dura, non avete idea del nervoso che ho avuto nel guardare i compagni e non poterli aiutare. Ora è tutto finito, però, e sono contento. Mi sento già bene ma non ho mai mollato mentalmente, volevo rientrare il prima possibile”.
Il 27enne ha parlato anche del rapporto con Nicola e di cosa sia successo all’interno dello spogliatoio prima del suo esonero: “Quando va via un allenatore non fa piacere a nessuno. Lui ci ha dato tanto dal punto di vista tecnico e umano. L’esonero, quando avviene, è un fallimento di tutti“, le sue parole.
Al contempo, il laterale ha parlato anche del neoallenatore Sousa: “Porta nuove idee, servirà tempo anche se non ne abbiamo. Gli piace giocare palla a terra e stiamo provando sia la difesa a tre che a quattro. Per me cambia poco perché ho giocato in più posizioni, ma lui mi può dare tanto. Io sono uno che ama correre e ha bisogno di spazio”, ha dichiarato.
In conclusione, poi, da calciatore che spesso ha ottenuto salvezze importanti, Mazzocchi ha chiarito quali debbano essere i punti forti della squadra per poter raggiungere l’obiettivo prefissato: “Serve istinto di sopravvivenza. Si deve pressare forte l’avversario e far capire che non esiste altro che la vittoria”.