Una stagione da ricordare per i tifosi romanisti, che dopo 14 anni dall’ultimo trofeo hanno potuto festeggiare la vittoria della Conference League. Il gol di Zaniolo in finale contro il Feyenoord è infatti bastato ad assicurarsi la coppa, che i giocatori hanno alzato con orgoglio al termine del match. In quest’impresa memorabile alcuni giocatori hanno indubbiamente avuto un rilievo maggiore di altri. Pensiamo al suddetto Zaniolo, autore del gol partita, ma anche a Tammy Abraham, trascinatore della squadra in molte occasioni. Un ruolo determinante, in Conference League come in campionato, lo ha sicuramente ricoperto il capitano Lorenzo Pellegrini.
Romano di nascita e di fede calcistica, Pellegrini ha legato il suo nome al club giallorosso nel lontano 2005, quando aveva solo 9 anni. Salito alla ribalta dopo una permanenza di due anni al Sassuolo, il futuro capitano è poi tornato nella capitale, dove si è rapidamente imposto come un giocatore chiave per la Roma nel difficile post-Totti. Diversi infortuni hanno penalizzato il suo enorme talento, senza però mai comprometterlo del tutto.
Anche quest’anno, infatti, dopo un avvio di stagione straordinario il classe ’96 non ha potuto giocare diverse partite per infortunio. Superata una fase no, a marzo è tornato più in forma che mai in occasione del derby contro la Lazio, segnando un gol importantissimo. Trequartista, ma all’occorrenza centrale e perfino mediano, il suo spirito da bomber lo porta spesso a cercare (e trovare) il gol, non di rado anche su calcio piazzato.
Nella stagione appena conclusa ha realizzato 9 gol e 3 assist, guadagnandosi un’ottima media fantavoto di 7,13. Quanto alla Conference League, si è rivelato un vero e proprio perno della squadra, segnando ben 4 gol e propiziando 2 assist in 10 incontri. La sua presenza in campo ha reso la vita difficile a tutti i giocatori incontrati durante la competizione, ragion per cui gli osservatori tecnici UEFA hanno deciso di nominarlo giocatore dell’anno in Conference League.