Sono parole da leader quelle pronunciate dal difensore della Roma Gianluca Mancini in vista della finale di Conference League contro il Feyenoord. Il centrale giallorosso, al Media Day, ha toccato alcuni temi della stagione ricalcando l’importanza dell’appuntamento europeo di Tirana. Dopo 14 anni, infatti, la Roma potrebbe tornare a vincere un trofeo e, sotto la gestione Mourinho, l’attenzione è massima.
Venerdì i giallorossi saranno impegnati all’Olimpico Grande Torino contro i granata di Juric, partita che chiuderà il campionato di Serie A. Dopo il triplice fischio, si potrà iniziare a preparare la finalissima europea: queste le parole di Gianluca Mancini a una settimana dal termine della stagione.
Manca una settimana alla finale di Conference League tra Roma e Feyenoord prevista all’Arena Kombëtare di Tirana (calcio d’inizio ore 21:00). La formazione allenata da Mourinho ha la grande occasione di vincere un trofeo dopo un lungo digiuno. Prima della gara europea, però, ci sarà il match contro il Torino che concluderà il campionato.
Gianluca Mancini, al Media Day della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla stagione giallorossa e in vista della finale: «Per ora è più decisiva la partita di venerdì: dobbiamo pensare a questa per finire il campionato al massimo e arrivare quinti o sesti, non c’è storia. Poi prepareremo la partita di mercoledì. La stanchezza non deve essere un alibi, non deve entrare nel nostro spogliatoio. Abbiamo avuto una partita a settimana, ora c’è il Torino, ci siamo riposati. Due partite e andiamo in vacanza».
Mancini poi si sofferma anche su un giudizio sul campionato della Roma: «Se in campionato siamo in questa posizione è colpa nostra, potevamo fare più punti nelle ultime partite, ci siamo complicati le cose da soli. Testa al campionato».
Inevitabile, poi, un riferimento alla storia del club giallorosso e alla possibilità di sollevare un trofeo: «Questo è un pensiero che è entrato dopo la semifinale col Leicester, da lì abbiamo pensato a preparare la partita di campionato e fino a quel punto non ne abbiamo parlato».