Roma, Abraham: “Ritorno al Chelsea? Mai dire mai”
La stagione attuale di Abraham con la Roma, per ora, non è delle migliori. Il calciatore inglese, infatti, dopo la super annata nel passato campionato, sta deludendo. In Serie A in un totale di 26 match ha siglato solamente 6 reti e fornito 4 assist. Nell’ultima pre sosta delle nazionali, poi, nel derby contro la Lazio, Mourinho, per l’attacco giallorosso, gli ha preferito Belotti. In Europa League, invece, ha collezionato 1 rete e 1 assist in 9 match. In un’intervista rilasciata al Fourfourtwo Tammy Abraham ha parlato del momento che sta vivendo con la Roma e del suo futuro.
Roma, l’intervista di Abraham
Abraham ha cominciato l’intervista parlando del suo arrivo alla Roma: “Era arrivato il momento di lasciare il Chelsea. Avevo grande attenzione per un club inglese, l’Arsenal. Mio padre è un loro grande tifoso e quindi era molto entusiasta. Poi mi ha chiamato Mourinho: “Ciao Tammy, sono José”. E io ho pensato: “Wow, che sorpresa!”. Mi ha chiesto: “Sei pronto a lasciare il brutto tempo e venire nella soleggiata Roma?”. Ho riso, abbiamo parlato un po’ di più, mi ha spiegato il progetto e le sue ambizioni. Ho parlato con i miei agenti e mi hanno detto che non c’erano dubbi. Non mi sono più guardato indietro“.
Alla fine di questa stagione il Chelsea potrebbe riportare Abraham a Londra grazie al diritto di recompra a favore dei “blues“. L’attaccante inglese ha risposto anche a questo: “Mai dire mai nel calcio. La mia attenzione è rivolta alla Roma. Non penso ad altro che ad essere qui e fare del mio meglio. Non ho fretta perché non ho questioni in sospeso in Inghilterra. Il calcio non ha luogo, può essere ovunque. Forse resterò alla Roma per i prossimi dieci anni, o forse no“.
Ha concluso, poi, parlando di Mourinho e di Dybala: “Mourinho è una leggenda e lo adoro. È un vero capo. Quando parla viene sempre ascoltato. Sa come gestire i suoi uomini, è uno dei migliori al mondo in questo. Sa come come guidarti, come entrare davvero nella tua testa. Quando parla, ascolto sempre e seguo i suoi consigli. Mi ha detto che secondo lui non segnavo abbastanza con la testa, soprattutto dai calci d’angolo. Due giorni dopo l’ho fatto contro il Leicester. Mi chiedevo come fosse possibile che è riuscito a farmi fare questa cosa. È stato davvero pazzesco. Ne ha parlato due giorni prima e poi ho segnato di testa. Con Dybala ci alleniamo insieme sempre. Scherziamo tantissimo e questo ci dà i suoi frutti in partita“.