Dybala: “La Roma? Mi son detto: devo far qualcosa per la città. Alla Juve mi chiesero di prendere la 10”

Paulo Dybala si è raccontato a tutto tondo ai microfoni di DAZN in un’intervista di Diletta Leotta ed ha parlato della scelta della Roma, della squadra, della Juventus ma anche del rapporto con Cristiano Ronaldo.

Roma, l’intervista di Dybala sulla Juventus e non solo

Sulla scelta dell’esultanza “Dybala Mask” ha spiegato il motivo e perché è legata alla scelta della Roma: “Da bambino guardavo tanti film su Roma e uno di questi è Il Gladiatore: l’avrò visto 20 volte. In un momento difficile, poi, mi venne in mente questa esultanza e l’ho tenuta”. E continua: “Quando Tiago Pinto mi ha contattato, mi sono venuti in mente i film su Roma, Il Gladiatore e mi sono detto: ‘devo far qualcosa per questa città'”.

Sulla maglia numero 10 ha poi aggiunto: “Qui sarà sempre Totti come Del Piero alla Juventus. A Torino, poi, me lo chiese la società di indossarlo e mi fece molto piacere. Mai dire mai e sarebbe ovviamente una responsabilità unica”.

Poi un ritorno al passato e un commento su Cristiano Ronaldo: “Con lui sono stati anni belli e dava qualcosa in più alla squadra. In Argentina, ovviamente, si sente molto la rivalità sua con Messi. Un giorno eravamo in aereo e venne a sedersi accanto a me: parlammo di tutto e io gli dissi ‘da bambino ti ho praticamente odiato’. Ci siamo fatti due risate: fra noi abbiamo sempre avuto un bel rapporto”.

Tornando alla Roma, ha parlato anche di Mourinho e Abraham: “Mourinho ha un potere importante per tutto quello che rappresenta. Prima di venire, ci siamo sentiti due volte ed è difficile trovare una persona così sincera. Mi chiese anche se mi ricordassi il momento che mi parlò in Roma-Juve. Quasi tutte le cose che dice, poi succedono in campo. Non è un caso che abbia vinto praticamente ovunque”.

E su Abraham ha aggiunto: “Lui è molto giovane ma ha anche tanta esperienza e speriamo di fare più gol possibili per permettere alla Roma di arrivare in Champions. Ci stiamo conoscendo e cerchiamo di fare il massimo”.