Nonostante una stagione al di sotto delle aspettative, il Gallo Belotti ha ottenuto un’estensione contrattuale fino al 2025. Per celebrare l’accordo, Belotti ha parlato ai microfoni del sito web della Roma commentando l’esperienza nella capitale nel corso di una lunga intervista.
Innanzitutto Belotti dedica dei ringraziamenti ai vari componenti della società che hanno contribuito un anno fa alla firma. Queste le sue parole: “Ringrazio Tiago Pinto per l’opportunità, lo staff e il mister per avermi messo in condizione di giocare nel migliore dei modi e i compagni che mi hanno integrato con familiarità. Grazie a loro è stato facile ambientarmi nonostante sia arrivato sul gong del mercato estivo“.
L’attaccante spende parole lusinghiere anche nei confronti dei tifosi romanisti che secondo lui hanno compreso la sua visione di calcio. Pertanto afferma: “Non mi risparmio mai e penso questo sia stato apprezzato. Non posso far altro che migliorarmi ogni giorno sotto ogni punto di vista per ricambiare il loro affetto“.
Mourinho ha sottolineato il suo sacrificio nel mettersi a disposizione addirittura con una frattura alla mano e poi una alla costola. A tal proposito Belotti spiega: “Non ci ho mai pensato due volte perché la priorità è sempre stata il sostegno ai compagni. Porterò per sempre dentro di me l’abbraccio del mister al momento della sostituzione contro l’Inter. Mi è arrivato dritto al cuore per la sincerità. Mi ha sia inorgoglito per aver stretto i denti, sia fatto apprezzare ancor più l’allenatore. Non se ne trovano così al mondo“.
Poi l’ex Torino commenta la gran parata con cui Bono gli ha negato la rete in finale di Europa League: “Sarebbe stato un epilogo perfetto. Purtroppo, tuttavia, il portiere è stato talmente bravo che non ci hanno assegnato nemmeno il corner. Posso solo immaginare cosa sarebbe successo se quella palla fosse entrata…”.
Invitato a scegliere qualcosa che non dimenticherà del primo anno in giallorosso, il campione d’Europa 2020 con l’Italia opta per il quarto di finale di ritorno di Europa League. Questa la motivazione: “I tifosi del Feyenoord non potevano assistere dal vivo alla partita, perciò per la prima volta ho ammirato l’Olimpico interamente giallorosso. Ricordo perfettamente il momento dell’inno con lo stadio pieno: ho avuto i brividi, la pelle d’oca“.
Infine Belotti chiude l’intervista con un aneddoto divertente accaduto all’inizio dell’esperienza a Roma. Questo il racconto: “Il giorno della firma a fine agosto chiamo un taxi per dirigermi al ristorante. Eravamo in tre, io mi siedo dietro. Il tassista mi riconosce dallo specchietto retrovisore e mi invita ad affiancarlo davanti. Lo assecondo e durante il tragitto affrontiamo discorsi su moduli, calciatori del presente e del passato, intervallati da un «non ce credo… c’ho il Gallo in macchina!». Giunti a destinazione scattiamo una foto, mi abbraccia e mi rivela «te stimo tanto, ma so’ della Lazio e te vojo bene lo stesso»“.