Tammy Abraham ha fatto il punto sulla sua prima parte di stagione alla Roma, durante il suo ritiro con la nazionale inglese. Il centravanti britannico ha parlato al “Telegraph” del suo impatto con la Serie A e del rapporto con José Mourinho.
Sicuramente ci aspettava di più da Abraham dopo questa prima parte di campionato, specialmente a livello realizzativo. L’ex Chelsea ha realizzato 3 gol e 2 assist in 12 partite disputate ma ha sempre dato tutto per la maglia giallorossa sin dal primo giorno. Ecco le parole dell’attaccante: “Mourinho mi ha detto che sono un ottimo giocatore e mi ha suggerito di lavorare per sviluppare una maggiore cattiveria. Una delle cose che mi ha detto è che ero troppo buono come calciatore e che devi mostrare aggressività quando diventi un attaccante adulto. Non si tratta sempre di essere gentili sul campo, hai bisogno di carattere, hai bisogno di quella presenza per spaventare i tifosi e penso che questa è una cosa che sto imparando e in cui sto migliorando”.
“È sempre difficile, trasferirti e calarti in un nuovo paese e in una nuova cultura. Ho pensato che prima mi sarei adattato e prima avrei imparato differenti tipi e stili di calcio. Sono partito per spiccare il volo e auspicabilmente posso mantenere il livello di prestazioni per rimanere in squadra. Certo, pensavo sempre al mondiale, ma sul serio, io volevo soltanto giocare a calcio. Sono ancora all’inizio della mia carriera e ho sentito il bisogno di andare fuori e giocare per migliorare e raggiungere i massimi livelli e spero di continuare a migliorare”.
“Non mi aspettavo che potesse essere così difficile. I calciatori sono molto intelligenti e per il modo di giocare in Italia la difesa è molto importante. Quindi per me si trattava di capire anche l’altra parte. In Inghilterra siamo abituati ad attaccare, qui devo imparare l’altra strada, come rompere le difese avversarie. Fa parte del processo di apprendimento e puoi vederlo con Lukaku e gli altri, che sono andati all’estero e sono tornati in Inghilterra, per me è questione di migliorare me stesso”.