In un’intervista al Corriere della Sera l’attaccante del Monza Andrea Petagna ha parlato della sua esperienza con in club brianzolo, i suoi ex compagni di Napoli e la non convocazione in Nazionale. Di seguito l’intervista a Andrea petagna, centravanti del Monza di Raffaele Palladino.
La punta del Monza Andrea Petagna, nell’intervista al Corriere della Sera, si è espresso sulla mancata convocazione in Nazionale del commisssario tecnico Roberto Mancini: “Mi dispiace non avere mai avuto una possibilità nella Nazionale guidata da Mancini. Tuttavia, da quando c’è lui ho fatto bene a Bergamo nell’Atalanta, ho tanti fatto tanti gol con la SPAL e, infine, ho trovato il mio spazio a Napoli prima di arrivare a Monza. Non mi ha mai chiamato, nemmeno una volta, giusto per conoscersi e capire cosa posso dare”.
“Può essere che le mie caratteristiche da cantravanti di movimento mi abbiano aiutato. Ho fatto tre gol, ma ho anche servito cinque assist. La mia caratteristica è quella di giocare per la squadra. C’è chi non si vede per tutta la partita e poi segna, io sono convinto di avere qualità che possono essere utili alla Nazionale“ ha proseguito l’attaccante del Monza, Andrea Petagna.
Il calciatore si concentra sull’occasione di vestire la maglia del Monza: “Non si può rifiutare la proposta di leggende come Silvio Berlusconi e Adriano Galliani. Era un’occasione troppo interessante per ritrovare continuità. Sono innamorato di Napoli ma sono contento qui. La nostra impronta italiana si è rivelata la nostra forza. Ho compagni che potrebbero giocare con gli azzurri come ad esempio Rovella, Sensi e Di Gregorio. Palladino? Tanta roba. Nessuno si aspettava un impatto del genere.”
Infine, una chiosa sull’esperienza al Napoli: “Non mi sono pentito della scelta. Sento ancora i miei ex compagni come Juan Jesus, Rrahmani, e poi Osimhen. È una forza della natura, rapidissimo, ha fame e con le sue gambe arriva ovunque. Dopo Haaland è il centravanti più forte in circolazione. Kvaratskhelia? Quando è arrivato mi ha impressionato, ma non credevo potesse fare così tanto la differenza”.