Il capitano della Roma Lorenzo Pellegrini ha parlato ai microfoni dell’UEFA in vista della finale di Conference League contro il Feyenoord. Dopo aver ottenuto la qualificazione alla prossima Europa League, la squadra di Mourinho ora vuole mettere il punto esclamativo sulla propria stagione vincendo un trofeo a distanza di 14 anni dall’ultima volta.
Grande protagonista della stagione dei giallorossi è certamente Pellegrini, autore di 14 gol stagionali e 8 assist. Il numero 7 ha trovato una grande sintonia con Tammy Abraham e i due sono certamente i giocatori di punta della Roma. Con loro, un altro giocatore chiave per la Roma è sicuramente Mkhitaryan. La presenza dell’armeno in finale, però, è ancora in dubbio.
Da romano e romanista, Pellegrini ha parlato della sua avventura in giallorosso iniziata all’età di 9 anni: “È molto emozionante pensarci, non mi aspettavo questa domanda. Però devo dire che più che altro mi emoziona tutto il percorso che ho fatto: non solo quando sono stato scelto per venire a giocare qui, ma tutto quello che stiamo facendo. Il percorso che ho fatto qui giocando più o meno in tutti i campi che ci sono, crescendo, poi andando via per tornare più pronto di prima e adesso questo… È una finale che non parte da inizio stagione per me, ma parte da tanti anni fa“.
Sul suo legame con la città di Roma ha poi aggiunto: “È una delle cose principali per cui sento la responsabilità, l’ho detto tante volte, è cercare di trasmettere ai miei compagni che giocare per la Roma è una cosa davvero importante: non è una semplice squadra, qui c’è tanta gente che vive per noi! Devo dire che quest’anno è stato veramente semplice farglielo capire, perché i nostri tifosi sono stati incredibili: è proprio per questo senso di appartenenza e responsabilità che penso che tutti quanti ci meritiamo di vincere questa coppa”.
Sull’essere il capitano della Roma ha dichiarato: “Ogni bambino qui a Roma è abituato che c’è sempre un giocatore di Roma all’interno della squadra, quindi ogni bambino cresce con il sogno e con la speranza di poter essere lui un giorno questo bambino. È proprio per questo che per me è un orgoglio essere qui, essere il capitano di questa squadra, essere il capitano di questa società, rappresentarla in campo e fuori dal campo: perché è quello che ho sempre sognato, è quello che tanti bambini sognano, è quello che augurerei a tutti di vivere”.
Pellegrini ha poi parlato del percorso europeo della Roma in questa stagione: “È stato un viaggio difficile. Quello che non mi è mai piaciuto dall’inizio dell’anno è che si dava un po’ per scontato quasi che la Roma dovesse per forza arrivare fino in fondo. Invece poi non è mai così, perché si incontrano tante difficoltà, si incontrano squadre forti. Il Leicester è una squadra forte, il Bodø/Glimt è un’avversaria che ci ha messo in difficoltà e che per come si era messa la storia contro di loro non era scontato vincere 4-0 all’Olimpico. Noi lo sapevamo che avremmo vinto 4-0 all’Olimpico, per noi non c’era alcun dubbio, però non era scontato. Abbiamo sempre detto che tenevamo a questa coppa particolarmente, è la prima edizione della Conference League e ci terremo veramente a essere noi i primi vincitori di questa competizione”. Il 7 giallorosso ha poi parlato del Feyenoord: “Abbiamo visto che sono un’ottima squadra, non è scontato per noi essere lì e non è scontato neanche per loro. Mi auguro che sarà una bella finale, è una bella partita da giocare anche perché c’è un trofeo in palio: sarà una partita difficile, che noi vogliamo vincere”.
Sull’importanza di Mourinho nella stagione della Roma Pellegrini non ha dubbi: “Penso che al di là della sua bravura e della sua esperienza, dirlo solamente per la finale sia un po’ riduttivo. Perché credo che il percorso che abbiamo fatto, la crescita che questa squadra ha avuto e sta continuando ad avere è un po’ sotto gli occhi di tutti: questo è solo merito suo, del suo staff e ovviamente dei giocatori, dei miei compagni che si mettono a disposizione per migliorarsi ogni giorno. A Mou vanno anche grandi meriti per la crescita di Pellegrini stesso: “C’è tanto, c’è sicuramente tanto perché lui mi lascia molto libero di fare il mio gioco, sa che a me piace un po’ svariare per il campo e lui mi mette sempre in condizione di poterlo fare. Penso che la qualità più grande del mister sia tirare fuori il 200% da ogni giocatore e credo che ci stia riuscendo pienamente anche questa stagione. Non è un caso che lui è arrivato da poco tempo, da meno di un anno e noi abbiamo la possibilità di giocare una finale per vincere un trofeo. Ma stiamo parlando di uno degli allenatori migliori del mondo…”.
Sull’emozione di guidare la sua Roma da capitano a Tirana: “Diciamo che questo effetto particolare ce l’ho tutte le volte che scendo in campo all’Olimpico. Però al di là di questo mi farà sicuramente tanto effetto, perché sarà la prima volta che scendo in campo per vincere una partita che può regalarmi un trofeo. Dire che si darà il 100% è scontato, perché noi daremo il 300%!“. Vincendo, la Roma ritroverebbe un trofeo 14 anni dopo l’ultima volta e in città c’è grande attesa: “Diciamo che questa attesa parte in primis da tutti i romanisti. Quindi anche dalla mia famiglia, da mio padre, dai miei cugini fino a tutti i miei amici: credo che avere questa possibilità di vincere questo trofeo, di regalare questa coppa alla mia città sia già questo un sogno. Quindi credo che dobbiamo viverci al 100% questo sogno e cercare di vincere questa Coppa a tutti i costi. Noi lo vogliamo, noi la vogliamo portare qui a Roma e questo sarà il nostro obiettivo il 25 maggio”.