Spezia, Nzola: “Segno così tanto perché ho cambiato mentalità”
Tra i grandi protagonisti di questa stagione di Serie A c’è sicuramente M’Bala Nzola che al momento è al terzo posto nella classifica cannonieri con 12 gol (secondo solo a Osimhen e Lautaro). Il centravanti angolano sta trascinando lo Spezia e anche i fantallenatori. Proprio Nzola è intervenuto ai microfoni di ‘Cronache di Spogliatoio’: di seguito la sua intervista.
Spezia, l’intervista di Nzola
Nzola ha avuto uno switch davvero netto rispetto alla scorsa stagione in cui è sembrato la brutta versione di quella vista quest’anno. L’attaccante angolano è partito proprio da questa sua rinascita: “L’anno scorso mi ero arenato, non vedevo l’ora che finisse. Appena è finito il campionato ho chiesto al mio preparatore di venire in vacanza con me, volevo svoltare“.
LA RINASCITA – “Dietro ai miei gol di questa stagione c’è il cambio di mentalità che ho maturato in quel periodo. Mi alzavo dopo aver riposato nel modo giusto, facevo una corretta colazione e andavo in spiaggia. Indossavo il paracadute e correvo controvento, per fare forza. Un calciatore ha una carriera breve e io avevo perso un anno”. L’attaccante dello Spezia, M’Bala Nzola ha proseguito l’intervista: “Gli allenatori e i miei compagni mi hanno sempre detto che sono forte, che vedono negli occhi dei difensori avversari il timore di affrontarmi. Prima provocavo i difensori. Ora sono schivo, resto sul pezzo e cerco di non avere distrazioni. Non ho mai chiesto una maglia e mai lo farò”.
Il PASSATO NEL FUTSAL – “Prima giocavo a futsal e usavo sempre la suola, era un vizio. Per me era puro divertimento. Se non avessi fatto il calciatore avrei voluto essere un pompiere. Il pallino mi è rimasto e magari quando smetterò di giocare a calcio lo diventerò”.
VIRTUS FRANCAVILLA ULTIMO TRENO – “Ho avuto tanti no. La Virtus Francavilla è stata l’ultima occasione. Durante una partita sugli spalti c’era il ds Stefano Trinchera. Lui mi vide e rimase folgorato. Da lì iniziò tutto, altrimenti chissà dove sarei”.
MISTER ITALIANO – “Al Trapani incontrai Italiano che un giorno appese nello spogliatoio una scritta: ‘Nessun limite, solo orizzonti’. Spesso mi lasciava in panchina anche in Serie C ma con lui sono cresciuto molto. Mi diceva che dovevo correre meno per il campo e gestire meglio le energie”.