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Napoli, intervista a Kvaratskhelia: “La Champions un sogno. Spalletti…”

Kvaratskhelia Napoli

Uno dei profili che più stuzzicano le fantasie dei fantallenatori è quello di Khvicha Kvaratskhelia, il nuovo attaccante del Napoli che stamattina ha rilasciato un’intervista ai microfoni del Mattino. La conversazione con il georgiano ha fatto emergere diversi temi, tra cui la trepidazione per l’esordio in Champions e il rapporto con Spalletti. Nel corso dell’intervista, Kvaratskhelia si è anche soffermato sulle prime sensazioni riguardanti la città di Napoli.

Napoli, le parole di Kvaratskhelia

Il georgiano ha preso la parola non nascondendo la sua impazienza per giocare la Champions League con la maglia azzurra. “La Champions rappresenta il mio primo sogno legato al calcio. Da quando ho iniziato a giocare sogno una partita in questa competizione. A Napoli poi l’atmosfera è ancora più coinvolgente”.

Kvaratskhelia Napoli

Kvaratskhelia ha poi chiarito i dubbi riguardo la sua posizione preferita in campo. “Mi trovo meglio come esterno sinistro, ma sono a disposizione del Napoli: mi adatto a giocare ovunque. Mi piace tirare i calci piazzati, ma ci sono anche altri ottimi tiratori, spetterà a Spalletti decidere”.

Proprio riguardo l’allenatore toscano, Kvaratskhelia ha speso parole di grande stima. “Ogni giorno mi insegna qualcosa di nuovo, ed è bello vedere che lo fa con tutti. Sta facendo di tutto per trasmetterci le sue idee alla perfezione. Se mi parla in russo? Qualche parola la dice, ma preferiamo l’inglese, anche per essere più diretti”.

Spalletti Napoli

Il georgiano ha poi proseguito tracciando un profilo della sua carriera che, seppure ancora breve, non gli ha fatto mancare sorprese e stravolgimenti. “Come vivo la lontananza da casa? Ho imparato molto presto a vivere lontano dalla mia famiglia. A 17 anni ero già in Russia, alla Lokomotiv. Fa parte del mio lavoro”.

Proprio riguardo l’esperienza in Russia, Kvaratskhelia ha ricordato come a marzo abbia dovuto lasciare la sua squadra, il Rubin Kazan, a causa della guerra per fare ritorno in patria alla Dinamo Batumi. “A Kazan stavo alla grande. Poi però è scoppiata la guerra e ho capito che dovevo ritornare a casa. In Georgia poi il calcio è vissuto in maniera molto passionale. Nell’ultima partita che ho giocato in nazionale i tifosi si sono spostati da una parte all’altra dello stadio all’intervallo per potermi vedere da vicino: è stato incredibile”.