Napoli, da Insigne a Kvaratskhelia: come Spalletti ha cambiato l’attacco azzurro
Meno tecnica, più potenza. Potrebbe essere banalmente descritto così il cambiamento dell’attacco del Napoli rispetto alla scorsa stagione. Dopo l’addio dello storico capitano, alle pendici del Vesuvio si respirava un’aria di malinconia, che ha alimentato dubbi e incertezze da parte dei tifosi anche durante tutto il periodo del pre-campionato. Con la partenza di Insigne e il conseguente arrivo di Kvaratskhelia, il Napoli, però, si è totalmente trasformato.
Tuttavia, nel caso del Napoli, si è chiusa una porta e si è aperto un portone. Il portone, in questa circostanza, ha un nome e cognome: Khvicha Kvaratskhelia. Attaccante georgiano classe 2001, arrivato in Italia con l’etichetta del perfetto sconosciuto, ma che in poco tempo ha mostrato tutto il suo potenziale. Un vero e proprio affare anche per chi ha deciso di puntare qualche credito su di lui all’asta del fantacalcio. Infatti, l’ex Dinamo Batumi ha fino a questo momento realizzato 7 gol e 8 assist in 14 partite fra campionato e Champions League.
Da Insigne a Kvaratskhelia: cos’è cambiato nell’attacco del Napoli?
I numeri di questo avvio di stagione del Napoli risultano straripanti: 25 gol in Serie A e miglior attacco del campionato. Contando anche le coppe, complessivamente i partenopei vantano il terzo miglior reparto offensivo di tutta Europa con 42 gol all’attivo. La formazione di Spalletti è dietro soltanto a due corazzate come Manchester City (45 gol), e Bayern Monaco (53 gol).
Con la partenza di Insigne il Napoli ha totalmente cambiato pelle in attacco. Infatti, con l’ex capitano azzurro si favoriva un gioco più basato sugli uno-due veloci sulla catena sinistra, in collaborazione con Osimhen o Mertens, i centrocampisti, e il terzino mancino che nella maggior parte dei casi era Mario Rui. Insigne inoltre, non proponeva grandi alternative nel gioco in profondità a causa della sua non eccelsa velocità. Proprio per questo si prediligevano le combinazioni nello stretto. Per quanto riguarda le azioni personali, l’attaccante napoletano preferiva accentrarsi e provare il famoso tiro a giro. Insomma, molta tecnica e rapidità negli spazi stretti, ma poca velocità e poco dinamismo nell’attaccare la profondità.
Con Kvaratskhelia, la musica è totalmente cambiata. Il georgiano, grazie alla sua potenza nell’attaccare lo spazio, sia con la palla che senza, consente al Napoli di far sfociare il suo gioco offensivo in profondità. Kvara è anche molto bravo a prendersi la palla sulla trequarti campo e puntare l’uomo, senza dribbling eclatanti ma con tanta potenza e cattiveria agonistica. Il Napoli ha trovato una sorta di ariete in grado di spaccare in due le difese avversarie. In questo modo gli azzurri riescono a creare diverse opzioni nel gioco d’attacco, non confutando sempre ad Osimhen – uno dei più veloci in squadra – il compito di attaccare la profondità.
Napoli, numeri a confronto con la passata stagione
Insomma, con l’addio di Insigne e l’arrivo di Kvaratskhelia, il Napoli ha perso una bandiera ma ha trovato un potenziale fenomeno, per giunta molto giovane considerando i suoi 21 anni. Il georgiano comunque non è l’unico protagonista del grande momento degli azzurri. Anche Simeone e Raspadori stanno dando grandi soddisfazioni a tifosi e fantallenatori. A dimostrazione di quanto gli azzurri siano una macchina perfetta le poche presenze fino a questo momento di Osimhen, praticamente insostituibile la passata stagione. L’anno scorso, dopo 10 giornate, la formazione di Spalletti aveva addirittura 2 punti in più rispetto ad ora figli di 9 vittorie e 1 pareggio. I gol segnati erano 22, mentre quelli subiti soltanto 3. Quest’anno Raspadori e compagni hanno totalizzato 26 punti, figli di 25 gol fatti e 9 subiti.