Durante un’audizione in senato il presidente del Napoli De Laurentiis ne ha per tutti: procuratori, composizione della Serie A e tifosi
Riduzione del numero di partite e quindi di squadre in Serie A, ma anche gestione economica dei club, violenza negli stadi e l’operato degli agenti. Sono tanti i temi che Aurelio De Laurentiis ha toccato nel corso del suo intervento in Senato, dove è stato ascoltato dal governo su tutto ciò che concerne il calcio italiano.
Il presidente del Napoli ha esposto le sue idee in maniera accesa e battendo su alcuni punti che sono un po’ le sue battaglie. A partire dalle troppe partite che i giocatori sono obbligati a disputare.
La soluzione sarebbe quella della riduzione delle squadre in Serie A, discorso che poi si lega a quello economico e di gestione delle finanze delle società, fra chi investe e chi si indebita.
Infine un altro argomento molto delicato come quello degli agenti e del loro operato. Un attacco, quello di De Laurentiis, che non è passato inosservato e a cui l’Assoagenti ha anche già risposto.
L’intervento di De Laurentiis comincia con l’analisi sul campionato: “Abbiamo permesso di passare dalle 16 squadre del 1986 alle 20 di oggi, le partite passeranno a 75-80. Chi arriverà in fondo si troverà i giocatori usurati che non potranno garantire lo stesso rendimento l’anno successivo”. E aggiunge: “La Lega Serie A non avrà mai la forza di ridurre le squadre, lo deve fare il governo“.
Poi passa al discorso economico: “Ci sono 6-8 squadre che determinano la costituzione del campionato e il governo dovrebbe istituire il voto ponderato. Non possiamo continuare ad accumulare debiti. Noi abbiamo chiusi con 83 milioni di utile ma non abbiamo potuto investire”. E un appunto sui tifosi: “Ci sono tifoserie che sono condizionanti per la frequentabilità dello stadio. Anche qui dovrebbe intervenire il Governo”.
Infine, il discorso procuratori. “Dobbiamo eliminare i ricatti dei procuratori” dice De Laurentiis, “Fanno alzare i costi dei giocatori. Bisogna permettere di fare contratti più lunghi, di almeno 8 anni in modo che gli agenti non vadano dopo due anni da altri club per far salire lo stipendio”.
La risposta dell’AssoAgenti però non si è fatta attendere: “Le sue dichiarazioni sono altamente lesive nei confronti della categoria e passibili di azioni legali a tutela di chi svolge questo mestiere”.