Dopo l’insuccesso della Lazio, eliminata dalla Champions League dal Bayern Monaco, è arrivato il secondo verdetto per un’italiana. Quello per il Napoli di Calzona, che ha affrontato negli ottavi di finale della competizione il Barcellona. Dopo aver pareggiato per 1-1 al Maradona, gli azzurri sono andati a giocarsi la qualificazione in terra spagnola. Al termine della gara, ha parlato ai microfoni della stampa Calzona, che ha commenato nell’intervista post partita il match tra Barcellona e Napoli.
Calzona ha iniziato parlando nel post partita della prestazione dei suoi: “Abbiamo concesso troppo al Barcellona. Il tutto è demerito nostro: siamo entrati male in campo, larghi e con poca fase difensiva preventiva. In generale è stata una partita a fasi alterne: ci sono stati momenti nei quali abbiamo fatto bene. Qualche elemento non era nelle migliori condizioni e non ha fatto bene. Quando perdi partite così è chiaro che qualcosa non ha funzionato. Eravamo preparati a un avversario difficile e sapevamo che non dovevamo concedere più di tanto e invece gli abbiamo permesso di costruire“.
L’allenatore ha poi continuato: “Rigore? Sembrava netto. Non capisco perché il VAR non si prenda il tempo sufficiente per prendere una decisione. Velocemente hanno deciso che non c’era nulla e mi dispiace. Abbiamo concesso diverse ripartenze, ma quando non hai la palla serve fare una fase difensiva preventiva. Cerchiamo di attaccarli quando perdiamo palla e oggi c’è mancato. Loro recuperavamo palla e partivano a campo aperto. Dobbiamo lavorare tanto“.
Per concludere: “Quando Lobotka esce in pressione dobbiamo avere le mezzali in copertura. Mi è sembrato di vederle invece molto alte ed è un movimento sbagliato. Non rischiamo il passaggio: cerchiamo sempre quello molto più sicuro. Nella riunione tecnica ho spinto per rischiare la palla. Questo è un aspetto che va migliorato. Ci stiamo lavorando in allenamento: a volte lo si fa troppo poco. Quando Osimhen è andato in fuorigioco è anche per il nostro ritardo di aver giocato la palla in profondità. Futuro? Abbiamo il campionato: ci sono tante partite e dobbiamo assolutamente cullare questo ‘sogno’ di agganciare le squadre davanti a noi. La matematica non ci condanna e dobbiamo crederci“.