Al termine della finale di Budapest tra Roma e Siviglia, l’allenatore giallorosso Josè Mourinho ha rilasciato la consueta intervista post partita. La sua squadra non è riuscita a portare a casa il secondo trofeo europeo in due anni e si è arresa in finale contro i campionissimi dell’Europa League. Per il Siviglia, infatti, si tratta del settimo trionfo nella competizione, su sette finali giocate. A decidere la partita, sono stati i calci di rigore, dopo che nei novanta minuti la gara era terminata 1-1, con la rete di Dybala nel primo tempo e il pareggio degli spagnoli nel secondo, su autogol di Mancini. Dagli undici metri sono stati fatali gli errori di Mancini e Ibanez.
SULLA SCONFITTA – “Avevo detto: o usciamo di qua con la coppa oppure morti. Siamo morti fisicamente e pensiamo sia un risultato ingiusto con tanti episodi di cui parlare. Arriviamo stanchi morti, ma orgogliosi. Io dico sempre che si può perdere una partita di calcio, ma non la dignità e la professionalità. Torno a casa orgoglioso come non mai, anche se le altre cinque finali europee le avevo vinte e questa è la prima che perdo.”
SUGLI EPISODI – “Siamo attaccati alla maglia e prendiamo le cose con serietà e umiltà. Lavoriamo tanto e diamo tutto quello che possiamo dare. Ognuno reagisce in modo diverso uno piange ed uno no. Siamo tutti tristissimi e torniamo a casa morti. È ingiusto quanto successo, però grande partita e grande finale, con un arbitro che sembrava spagnolo… Lamela doveva prendere il secondo giallo e invece poi è stato graziato e ha tirato uno dei rigori decisivi.”
SULL’ARBITRO – “Taylor è un grandissimo arbitro, spero che l’anno prossimo faccia solo la Champions League e che faccia le sue cagate solo lì.”
SUL FUTURO – “Nel mio futuro c’è di certo solo che lunedì parto per le vacanze. Fino a lunedì abbiamo tempo di parlare, sennò vado in vacanza e poi si vedrà. Io devo lottare per questi ragazzi e lottare per loro è anche non poter dire oggettivamente che rimango. Io sono un uomo serio e ho detto alla proprietà che in caso di contatto con qualche altro club avrei detto tutto alla società, non avrei mai fatto nulla di nascosto. Ci ho parlato a dicembre quando ho avuto la vicenda con la nazionale portoghese. Poi non ci ho più parlato, perché non ho più avuto offerte. In questo momento ho un anno di contratto con la Roma.”
SULLE CONDIZIONI PER RESTARE – “Voglio rimanere, ma io merito di più e i miei giocatori meritano di più. Sono stanco di essere sia allenatore, sia uomo di comunicazione, sia essere la faccia che dice che ci hanno derubato. Voglio rimanere, ma con delle condizioni”.