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Mondiale, Pochettino: “Non abbiamo ancora visto il miglior Mbappe”

Manca sempre meno all’inizio del Mondiale in Qatar 2022: tutti gli appassionati di calcio del mondo non vedono l’ora di ascoltare il fischio d’inizio della competizione. Tra le favorite per la vittoria finale ci sono Brasile, Argentina e Francia, guidate da Neymar, Messi e Mbappe. In un’intervista a La Gazzetta dello Sport, l’ex allenatore della squadra francese Pochettino ha parlato dei tre fuoriclasse in vista del Mondiale.

Mondiale, Pochettino: “Messi o Maradona? Paragone inutile”

Nell’intervista Pochettino ha iniziato parlando del Suademerica e il Mondiale: “Una nazionale sudamericana non vince il Mondiale dal 2002. Messi sente la responsabilità del dover dare continuità al gioco e prova una gran vergogna nel perdere la palla. Quando si abbassa a centrocampo non rischia, non pensa a tunnel o colpi di tacco, usa la superficie del piede per giocare in sicurezza. Neymar al contrario gioca allo stesso modo in ogni parte del campo, senza alcuna responsabilità, non ne sente il peso. È un irresponsabile per natura, un bandito nel senso buono del termine. È capace di provare un tunnel nella propria area, non prova vergogna se perde palla perché la sua missione è quella di far divertire la gente, di regalare spettacolo, e nello show la componente di rischio è rilevante, oltre che fondamentale”.

Su Mbappe ha aggiunto: “Rispetto agli altri due è più giovane e quindi immaturo, anche se ha già vinto un Mondiale: casi dello sport collettivo, difficili da comprendere. Kylian è un animale, ha un grande carisma capace di attrarre le persone ma ha ancora bisogno di trovare sé stesso. Leo e Ney sono giocatori totali, sono più responsabili anche se in maniera diversa tra loro, mentre Kylian si sta ancora cercando. È un cavallo da sprint che ha bisogno di vedere una lepre davanti a lui per poterla cacciare. Ha 23 anni e dobbiamo ancora vedere la sua versione migliore. È in evoluzione, e vedremo come condizionerà questo processo quanto è successo negli ultimi mesi, col mancato passaggio al Real Madrid”.

Sul paragone tra Messi e Maradona ha aggiunto: “In Argentina si è generata un’energia notevole, la gente sente che Leo si merita il titolo Mondiale ancor più del Paese. Si è finalmente attenuata l’odiosa comparazione tra Leo e Maradona, una cosa che non ha mai avuto senso perché si tratta di due giocatori enormi. In Argentina è subentrata una paura: il tempo passa e c’è il rischio che Messi non vinca il Mondiale, così ora tutti si sono messi a sua disposizione per arrivare a un trionfo che manca dal 1986. Leo soffre in maniera diversa da Diego. Interiorizza le cose, le tiene per sé. Diego era impulsivo, reattivo. Leo è cauto nell’aprirsi emozionalmente in pubblico“.

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Redazione