Antonio Mirante, che contro la Salernitana ha giocato la sua ultima partita nel Milan, ha parlato in un’intervista di Rafael Leao
Quella contro la Salernitana è stata l’ultima partita di Antonio Mirante con la maglia del Milan. Stefano Pioli gli ha regalato l’ultima presenza davanti ai tifosi rossoneri, per poi sostituirlo a due minuti dal termine del match per il subentrato Nava.
Dopo la fine della sua esperienza nel Milan l’ormai ex portiere rossonero ha rilasciato un’intervista per Radio TV Serie A.
Tra i temi trattati il momento di Rafael Leao e del Milan, per poi soffermarsi sulla figura di Stefano Pioli.
Infine Mirante ha ripercorso la sua carriera e ha commentato il suo futuro, in merito alla possibilità di andare all’estero.
Mirante ha parlato così ai microfoni di Radio TV Serie A: “Non vorrei arrivare all’età di Buffon giocando ancora, però mi sento bene e quindi quelle seguenti saranno settimane di riflessione. Ad oggi vorrei continuare ancora, mi sento bene e questa stagione ho avuto anche la possibilità di giocare qualche partita. Futuro? Dipende un po’ dal percorso che ognuno ha fatto, da come ci si sente, da dove si gioca e da come si è affrontato l’ultimo anno calcistico, senza dimenticare l’importanza della motivazione che ti spinge ad andare avanti. Gli infortuni sicuramente incidono sulla carriera di un giocatore e per me pensare adesso di andare all’estero è quasi impossibile”.
Poi su Rafael Leao e Pioli ha aggiunto: “A Leao manca un po’ di fame e di continuità, serve che non si accontenti quando fa partite incredibili come con il Paris Saint-Germain; questa penso sia l’unica cosa che gli manca, per il resto è un giocatore incredibile. Pioli? L’ho affrontato qualche volta da avversario nelle squadre in cui giocavo, ma non lo conoscevo personalmente. Ha portato energia e la giusta mentalità per cercare la vittoria, ci ha insegnato il modo giusto per giocare le partite e come allenare la squadra. Questo è stato determinante per molti di noi che hanno svoltato. Questo vale per molti singoli, ma soprattutto per la squadra. L’anno dello scudetto è stato quello che ha fatto svoltare giocatori, club e tifosi. Quell’anno è stato determinante per tutti: per noi e per lui. In quell’anno siamo stati la squadra che ha avuto il cammino più in crescita. Abbiamo vinto uno scudetto in una stagione dove non partivamo favoriti”.
Poi sul possibile nuovo allenatore del Milan: “Fonseca è un allenatore a cui piace giocare a calcio, è un allenatore offensivo e ha un buon approccio con i ragazzi. Io l’ho avuto per due anni a Roma, con tutte le problematiche legate a quel periodo in quella piazza e secondo me nonostante tutto ha fatto bene. È un allenatore preparato che va dritto per la sua strada; è pragmatico e ambizioso. Il Milan è un Club che punta a vincere, gli obiettivi sono importanti e quindi Fonseca o chi arriverà, avrà grosse responsabilità ereditate da Pioli. Noi siamo meno informati di voi e non è facile, però penso che sia stata una scelta ponderata. Il Milan è un Club che ti rimane dentro per il fascino, la storia e l’ambiente lavorativo. Milanello e San Siro in questi ultimi anni sono stati degli ambienti fondamentali dove poter crescere e migliorare”.