Milan, Maignan: “Vi dico quando abbiamo capito di poter vincere lo scudetto”
Se il Milan di Stefano Pioli ha vinto lo scudetto, tanto è dovuto alle ottime prestazioni di Mike Maignan. Il portiere francese ex Lille era arrivato da campione di Francia ma doveva prendere l’eredità pesante di Gigio Donnarumma che con i rossoneri ha fatto benissimo. Subito, però, ha fatto vedere il suo valore il portiere francese che ha sbagliato pochissimo in stagione. Certamente, sono state più le belle parate e quelle decisive che gli errori. Queste le parole di Maignan sullo scudetto e non solo a La Gazzetta dello Sport.
Milan, le parole di Maignan sullo scudetto e non solo
Sulla squadra: “Non abbiamo grandissimi nomi, ma siamo una squadra impregnata di voglia di vincere e con molto talento: gli ingredienti giusti per costruire un collettivo forte. Kalulu si è rivelato davvero forte, anche mentalmente, ha saputo sfruttare al meglio la sua occasione e spero continui così. Con Theo Hernandez siamo molto legati anche in nazionale. Giroud non è una sorpresa per nessuno, e ha pure demolito come promesso la maledizione del numero 9″.
Su Ibra: “Ibrahimovic è un esempio per tutti. Anche lui, come me, ha stretto i denti per centrare l’obiettivo come si era ripromesso. Quando sono arrivato mi ha fatto i complimenti per lo scudetto con il Lille e mi ha spiegato che in Italia era tutt’altra cosa, al Milan c’è più pressione. Spero torni presto con noi”.
Sullo scudetto: “Quando l’Inter è inciampata a Bologna, abbiamo capito che per loro era finita, perché eravamo ormai focalizzati su noi stessi. E grazie pure all’Inter: dopo il 3-0 in Coppa Italia avevamo il coltello tra i denti. Quella sconfitta ci ha motivati tanto”.
Su Dida: “Il fatto che ci fosse lui come allenatore dei portieri è stato uno stimolo in più, perché sapevo che mi avrebbe permesso di migliorare. Quando l’ho incontrato ho capito che è anche una persona umile, che ama il suo lavoro e vive di calcio: proprio come me. Analizziamo tutte le situazioni tecniche, sono dettagli che possono fare la differenza”.
Le differenze tra Italia e Francia: “Qui in Italia si cura molto anche il gioco con i piedi, in Francia molto più quello con le mani. In Italia, poi, tutte le squadre se la giocano e ti aggrediscono, c’è più intensità. In Ligue 1 le piccole di solito si chiudono di più”.
Sulla Champions: “Dobbiamo fare sempre meglio, imparando da quanto vissuto quest’anno. Non la vinciamo da troppi anni. È un mio obiettivo riportare il Milan ai vertici anche in Europa, dove gli spetta”.
“La miglior parata? Direi quella su Luperto, contro l’Empoli a San Siro. Da settimane con Dida discutevamo di quel tipo di parate, e non la pensavamo allo stesso modo. Poi però ho applicato esattamente quello che mi chiedeva e sono riuscito a deviarla in corner“.