Il Milan di Pioli, dopo aver vinto lo Scudetto nella scorsa stagione, sta faticando e non poco nel corso di quest’annata. Un cambio di modulo necessario (passaggio dal 4-2-3-1 al 3-4-2-1), una crisi superata, un ritorno nel vortice di risultati negativi e un campionato di Serie A che sembra ormai compromesso. L’obiettivo resta la qualificazione in Champions League, dove quest’anno i rossoneri hanno raggiunto i quarti di finale, dove sfideranno il Napoli, assoluto dominatore del campionato. Il Milan, a questo punto, ha bisogno delle proprie armi migliori per terminare al meglio la stagione in corso. Calci piazzati, azioni manovrate e ben costruite, rigori: ogni occasione va sfruttata per evitare qualsiasi tipo di rimpianto a maggio. Soprattutto i penalty, opportunità da non lasciarsi sfuggire. Di seguito, la gerarchia sui calci di rigore in casa Milan, dopo quello segnato da Ibrahimovic con l’Udinese: chie è il rigorista?
Stabilire una gerarchia precisa sui rigoristi di una squadra non è mai una passeggiata. Tra infortuni, sostituzioni e momenti negativi tutto può cambiare nel giro di poco tempo. A Milanello, però, Pioli sembra aver chiaro chi dev’essere il primo rigorista, nel caso in cui si dovesse trovare sul terreno di gioco. Si tratta di Olivier Giroud, centravanti titolare del Milan, autore di 12 reti e 6 assist in 34 presenze tra tutte le competizioni. Cecchino infallibile, sia in movimento, che dagli undici metri. Dei totali 28 rigori battuti in carriera, tra Milan, Chelsea, Arsenal, Montpellier e Tours, il francese ne ha siglati 27 e ne ha sbagliato solo uno, più o meno un decennio fa, nella vittoria del suo Arsenal per 6-1 in EFL Cup contro il Coventry City. È trascorsa una vita da quel 26 settembre 2012. L’allenatore rossonero, numeri alla mano, non può non affidarsi a lui in caso di calcio di rigore. Con il suo mancino ha spiazzato così tante volte il portiere avversario, che sembra quasi impossibile pensare a un suo errore.
Se Giroud non dovesse essere in campo, al suo posto dagli undici metri si presenterebbe Theo Hernandez. Altro mancino, meno preciso, ma più devastante in quanto a forza. Con la potenza del suo piede sinistro, il terzino francese ha già bucato le reti di tre portieri da calcio di rigore, mentre si è fatto neutralizzare la sua conclusione soltanto da Provedel, quand’ancora vestiva la maglia dello Spezia. Una percentuale di riuscita del 75%. Pioli, quindi, può fare affidamento anche sul treno della corsia mancina, che in stagione ha realizzato 3 reti e 5 assist in 32 presenze totali. Poco più indietro nelle gerarchie l’eterno Zlatan Ibrahimovic. Da quand’è tornato in rossonero il suo score dal dischetto non è stato all’altezza della sua grande nomea (6 rigori segnati e 6 sbagliati), ma in carriera ne ha trasformati 85 e sbagliati 17. Una percentuale realizzativa dell’83,3%. L’ultimo calcio di rigore, tra l’altro, l’ha siglato nella sconfitta rossonera contro l’Udinese. E pensare che prima l’aveva sbagliato, ma l’arbitro l’ha fatto ribattere per un’irregolarità della difesa dei friulani.
Ultimo, ma non per importanza, Rafael Leao. Il portoghese non sta vivendo una gran stagione, tra una trattativa per il rinnovo di contratto che stenta a decollare e un rendimento, da gennaio in poi, sotto le aspettative di chiunque. Con la maglia del Milan non ha mai calciato dagli undici metri, con la divisa rossa del Portogallo, tra Nazionale maggiore e giovanili, sì, in tre occasioni. Due segnati e uno sbagliato, quello di ieri sera nella straripante vittoria di Ronaldo e compagnia contro il Lussemburgo per 6-0. Pioli non lo ha mai visto come un possibile rigorista, chissà che non possa rientrare tra le alternative da qui al termine della stagione, qualora Giroud, Theo e Ibra non dovessero essere in campo.