Il terzino e capitano del Milan Davide Calabria è intervenuto ai microfoni di Radio Serie A per rilasciare un’intervista a tinte rossonere. Il classe ’96, che ha toccato quota 25 presenze in campionato, rigorosamente con la fascia al braccio, si è raccontato in una lunga chiacchierata partendo dagli inizi fino ad arrivare alla situazione attuale del Milan della Serie A.
Calabria ha iniziato a parlare raccontando il periodo di formazione tra scuole calcio e ruoli diversi: “Sognavo Kakà e Shevchenko, mi piaceva giocare in mezzo al campo. Devo ringraziare la mia famiglia in primis, mi sono stati vicini, non mi hanno mai fatto mancare niente e hanno saputo confortarmi e aiutarmi quando più ne avevo bisogno”. Le prime offerte dai grandi club già ai tempi delle medie, tutte rifiutate, era troppo presto. Il primo salto a 16 anni con il periodo in convitto e le partite in Primavera con il Milan: “Ho sofferto tanto quegli anni, sentivo la mancanza delle mie abitudini e della mia famiglia. Non ho mai pensato di smettere, era il mio sogno ed ero disposto a tutto per perseguirlo fino in fondo”.
“Un grande ringraziamento va anche a Inzaghi e Brocchi” – ha continuato il capitano rossonero – “Il primo ha creduto in me, facendomi esordire e consegnandomi la titolarità. Il secondo mi ha insegnato tanto, a livello tecnico e tattico”. Sul suo attuale allenatore invece: “Siamo molto simili, entrambi siamo arrivati al Milan in un momento di difficoltà. La sua dedizione al lavoro ha saputo unirci, abbiamo toccato insieme il fondo ma siamo risaliti. Il momento più alto? Lo scudetto, il giusto coronamento di tutti i nostri sforzi. Per me ha un significato ancora più profondo, arrivando dalle giovanili ho sognato quel momento e viverlo da protagonista mi ha legato ancora di più al club.”
Nell’ultima parte dell’intervista Calabria ha ricordato i suoi compagni, attuali ed ex. “Mi ricordo che rimasi impressionato da Menez, ero appena arrivato e la sua tecnica mi stupì. Il più forte? Sicuramente Kakà, sono passato da avere il suo poster a potermi allenare con lui, giornate e sensazioni che non dimenticherò”. Su quelli attuali invece: “Ce ne sono tanti forti, Leao rappresenta la gioia di giocare. Ha un talento immane, gioca con il sorriso ed è il campo a parlare per lui. Deve riuscire a mantenere la serenità, gli basta questo per esplodere e fare la differenza”. In conclusione anche una domanda sull’Inter che il terzino ha eclissato così: “Bisogna ammetterlo, stanno facendo un campionato impressionante, bisogna solo dire “bravi“. Per lo scudetto è ancora presto, mancano ancora un po’ di partite, e noi vogliamo vincerle tutte”.