Bennacer, giocatore del Milan, ha rilasciato alcune dichiarazioni in un’intervista sul canale YouTube di Instant Foot. Il calciatore si è concentrato sulla sua esperienza con la maglia rossonera, facendo riferimento anche all’addio dell’ex compagno Hakan Calhanoglu, ora in forza all’Inter.
Il calciatore algerino ha così esordito parlando dell’addio di Calhanoglu: “Non ne sapevo nulla, l’ho scoperto all’ultimo perché Eriksen ha avuto quel problema. Hakan voleva restare al Milan, non so cosa sia successo dopo, forse non è stato trovato un accordo. Siamo amici, ma sul campo non ci sono amici, ancor meno in un derby. Io lo rispetto, ma quando ho letto di questo trasferimento, ho detto: ‘No’. Ero in vacanza, ho visto e rivisto le notizie e mi sono detto: ‘Non può averlo fatto’. Io personalmente non lo farei mai, rispetto tanto questo il Milan e per me sarebbe impossibile. L’Inter può offrirmi tutto ciò che vuole, ma non succederà. Io amo il Milan. Non significa che resterò qui tutta la carriera, ma sicuramente non andrò mai all’Inter”.
In seguito, Bennacer ha continuato: “Quando ho firmato con il Milan mi sono concentrato sul progetto, non sul denaro. Quello pensavo che sarebbe arrivato col tempo. In quel momento il mio agente mi ha detto: ‘È la squadra che ti vuole di più e il progetto sportivo è coerente con quello che cerchi’. Mi è bastato per convincermi. Volevo andare in un grande club ed è quello che sono riuscito a fare. Sono arrivato da una piccola porta a Milano”.
Infine, il centrocampista ha concluso: “La storia di questo club io la sento molto e con lei anche il peso della maglia. È per questo che io dò tutto in campo, perché quando amo una cosa, io faccio così. Il primo anno prendevo troppi cartellini gialli. Leao? Siamo arrivati insieme qui. Parliamo molto. Rafa sul campo è fenomenale, ma fuori invece è un po’ addormentato. Siamo cresciuti insieme sotto tanti punti di vista. È come un fratello minore, gli dò consigli. Sono così con tutti perché la squadra viene prima di tutto. Io e lui eravamo lì quando è iniziata la ricostruzione di questo club. Mi considero un leader, ma ciò non significa che mi senta più forte degli altri. Sento di avere più responsabilità e voglio dare l’esempio ai nuovi”.