Messi, sparatoria nel supermercato della moglie a Rosario
Situazione inverosimile per Messi proprio nella sua città natale, Rosario, dove la famiglia della moglie Antonella Roccuzzo possiede un negozio di alimentari. Dalle minacce e dalle frasi scritte nel biglietto ritrovato dalla polizia, sembra che gli intimidatori siano narcotrafficanti. I 14 colpi d’arma da fuoco sono stati sparati nella notte tra mercoledì e giovedì e hanno colpito la vetrata del negozio di famiglia. Il biglietto lasciato dagli aggressori menziona due persone: il capitano della nazionale argentina ed il sindaco della città. Di seguito le ultime sulla minacce a Messi nel supermercato della moglie.
Messi, il messaggio rilasciato nel supermercato a Rosario
Sono diverse le foto sui social che raffigurano il testo di minacce recapitato nel supermercato e destinato a Messi. Il messaggio è abbastanza chiaro e si divide in due parti. Nella prima parte si trova la minaccia diretta al campione argentino nel quale si legge “Messi te estamos esperando”. Nella seconda parte si parla del sindaco della città, Javkin, che non sarà dalla sua parte: “Javkin es narco no te ne va a cuidar“. Tradotto: “Messi ti stiamo aspettando, Javkin è un narcos e non ti proteggerà”.
Sono tante le persone che si sono mosse a sostegno di Messi e della famiglia denunciando la brutta situazione che vive Rosario tra droga e criminalità organizzata. Tra i volti più noti che hanno condannato l’accaduto e denunciato la poca sicurezza della terza città argentina per grandezza c’è Patricia Bullrich, politica argentina che dice: “dobbiamo usare tutte le nostre forze per recuperare la città dal controllo della droga. Pensare che alcuni ancora si rifiutano di farlo”. Altro messaggio da parte dell’ex sindaco di Rosario Mauricio Macri: “Questo è terribile. Un altro avvertimento al governo nazionale e a quello di Santa Fe che non si può vivere con il narco. Deve essere combattuto con decisione. Alla fine dell’anno questo inizia a cambiare. Tutto il mio sostegno a Leo, Antonella e alle loro famiglie”.