Juventus, Allegri: “Vlahovic leader carismatico. Su Pogba…”
In un’intervista ai microfoni di Dazn con il suo ex giocatore Andrea Barzagli, Massimiliano Allegri si è aperto al pubblico e ha parlato di diversi temi. Dai leader del futuro della Juventus, a Pogba, fino all’ormai ex 10 bianconero Paulo Dybala.
Quest’anno la Juventus non ha vissuto una stagione particolarmente brillante. Due finali perse, in Coppa Italia e Supercoppa entrambe contro l’Inter, e il quarto posto in Serie A. L’obiettivo dei bianconeri per la prossima stagione è quello di tornare a competere direttamente con Milan, Inter e Napoli nella caccia allo Scudetto. La squadra di Allegri si appresta ad aprire le porte a nuovi volti in spogliatoio e a salutarne altri, e l’allenatore ha anche dato qualche indicazione.
Juventus, le parole di Allegri su Vlahovic e Pogba
Sui leader bianconeri del futuro: “Per il futuro ce ne sono due: De Ligt e Locatelli. Manuel è stato un ottimo acquisto. Potrà essere il capitano: ha le caratteristiche tecniche e morali per stare tanti anni alla Juve. Poi quest’anno è stata una piacevole sorpresa Danilo: quando parla non è mai banale e mette davanti la squadra. Un vero leader è silenzioso deve parlare poco e deve mettere sempre davanti la squadra. È la squadra che ti riconosce come leader. Miretti ha fatto 4 partite, buone, è stato molto bravo. La sua qualità è l’affidabilità”.
Su Vlahovic e la sua personalità: “Dusan può essere un leader a modo suo, ha un carattere leale, vuole sempre vincere, più che con le parole, diventerà un leader carismatico in campo a livello caratteriale. Ho allenato Cristiano Ronaldo, Ibrahimovic, Ronaldinho, Robinho, Cassano, Seedorf, Pirlo e Buffon: un fuoriclasse, a parte quando si metteva in porta e non si buttava… L’unico che mi è mancato allenare è Messi. Mi emoziono ancora se penso alle annate trascorse con grandi giocatori che mi hanno insegnato e dato tanto. Con loro ho avuto anche degli scontri, ma il campione non è quello che esce dallo spogliatoio, sconsolato, e chiama il procuratore. È quello che tira fuori l’orgoglio, ti dimostra che è ancora un campione e così in campo vince le partite”.
Su Pogba e Dybala: “Paul non tornerà perché lui ha paura di sfidarmi (a basket, ndr)… Prima ha perso con i piedi, poi con le mani, quindi è andato via. Il vero motivo per cui se n’è andato è questo e difficilmente ora torna. Paulo deve tornare a essere se stesso, c’è stato un momento in cui si è fatto trascinare dal fatto che era il nuovo Messi. Un giocatore non può emulare o pensare di essere come un altro. Ha ancora tanto da dare perché ha qualità tecniche straordinarie, gioca in modo divino”.