Marchisio: “La penalizzazione della Juve? Sono convinto cambierà qualcosa…”
L’ex centrocampista della Juventus e della nazionale, Claudio Marchisio, ha rilasciato una lunga intervista a Sportweek. L’attuale commentatore tecnico ha toccato diversi temi, dalla passione per il tennis e per la moda al suo percorso calcistico. Marchisio si è anche soffermato suoi nuovi talenti del panorama europeo ma anche sull’attuale situazione della Juventus. Di seguito l’intervista di Claudio Marchisio e le sue parole sulla penalizzazione della Juve.
L’intervista di Marchisio: dalla Juventus al tennis
Claudio Marchisio si è raccontato a 360 gradi nell’intervista rilasciata a Sportweek, spaziando dall’amore per la sua città, Torino, alla passione per la moda. L’ex centrocampista si è soffermato anche sulla penalizzazione delle Juventus ma ha iniziato raccontando il suo percorso calcistico: “Sicuramente la perseveranza e l’impegno sono elementi indispensabili. In pochi, però, parlano di fortuna che è una componente essenziale. Io sono stato un ragazzo molto fortunato”.
L’INFLUENZA DELLE FAMIGLIE NEI CALCIATORI – “Ho avuto una famiglia che mi ha sempre supportato senza mettermi pressioni. Con loro non ho mai parlato di soldi o di contratti. Oggi vedo tanti ragazzi in balia dei loro familiari. Ho visto fallire tanti giovani calciatori per consigli sbagliati e scelte imposte da parte dei genitori”.
I PREZZI NEL CALCIO – “Sicuramente le cifre sono sempre più alte e questo porta ad un aumento di pressioni verso i calciatori. In questo modo i giovani ragazzi la vivono male, poiché hanno troppe aspettative addosso e se non arrivano a certi livelli gli crolla il mondo addosso”.
PENALIZZAZIONE JUVENTUS – “Preferisco non parlarne fino alla fine del processo. Sono convinto che cambierà qualcosa“.
PERCORSO CALCISTICO – “Ho capito che la mia carriera stava cambiando quando ero ad Empoli. Poi il mio percorso ha preso forma. Ho visto la Juventus rinascere dalla Serie B e ho vinto ben 7 scudetti di fila”.
ESPERIENZA ALLO ZENIT – “In Russia il calcio è molto diverso, i ritmi sono diversi così come le pressioni. Si vive tutto più serenamente. Mi dispiace molto per la guerra, tante persone che ho conosciuto in Russia provano ad opporsi a Putin. Il mondo dello sport deve avere più coraggio nell’esporsi“.
TEMPO EFFETTIVO – “Secondo me è l’unica strada per evitare le troppe perdite di tempo. L’arbitro dovrebbe fermare il cronometro ogni volta che la palla esce. Mi piacerebbe l’idea di un tabellone col count-down finale stile NBA. Bisogna sperimentare per rendere questo sport più spettacolare”.
TALENTI DEL FUTURO – “Haaland lo è già adesso e diventerà il più forte di tutti. Mi piacciono molto Bellingham, Musiala e Pedri ma anche in Italia ci saranno delle sorprese”.
FUTURO DA TELECRONISTA – “Non fa per me, mi vedo meglio come commentatore tecnico. I telecronisti sentono troppo la partita e a volte sembrano quasi dei tifosi. Preferisco osservare e parlare a mente lucida”.