Lukaku sempre più vicino all’Inter, il calciomercato nerazzurro si infiamma definitivamente. Si attende la chiusura, ma le parti in causa sono prossime ad un’intesa definitiva. Pomeriggio impegnativo in Viale della Liberazione, dopo il rinnovo di Inzaghi arrivano novità importanti anche sul fronte Lukaku. Mancano alcuni dettagli burocratici sulla stesura del contratto ma i segnali sono assolutamente positivi.
Un anno fa l’addio, tra il malcontento generale, a dicembre le scuse, adesso il ritorno. I nerazzurri dopo averlo venduto l’estate scorsa per 115 milioni al Chelsea, sono pronti a riprenderlo con un prestito oneroso a cifre decisamente vantaggiose. Lukaku è un calciatore che sa spostare gli equilibri ed inevitabilmente contribuirà a cambiare le gerarchie dell’attacco di Inzaghi.
Attualmente il reparto offensivo dell’Inter è composto da: Lautaro, Dzeko, Correa e Sanchez. Con l’imminente arrivo di Lukaku qualcuno dovrà inevitabilmente uscire anche perché i nerazzurri hanno pur sempre bisogno di cedere, in maniera tale da sistemare il bilancio e alleggerire il monte ingaggi. Il ritorno del belga a Milano porterà Inzaghi a concentrare di nuovo il suo attacco sulla Lu-La (Lukaku-Lautaro, ndr), coppia che in due stagioni ha siglato 104 gol tra campionato e coppe. Lukaku ha più volte dichiarato di aver avuto in Lautaro Martinez il suo compagno ideale d’attacco. Inzaghi dunque, grazie al gran colpo di calciomercato dell’Inter con il ritorno di Lukaku, con ogni probabilità potrà godersi una coppia gol con un grande feeling.
I titolari dell’attacco nerazzurro saranno, con ogni probabilità, Lautaro Martinez e Lukaku, con Dzeko, Sanchez e Correa come riserve di lusso. Il bosniaco per caratteristiche, è il sostituto ideale del belga, anche se con uno stile di gioco differente. In prossimità degli impegni europei quindi, sarà lui a prendere il posto al centro dell’attacco dell’Inter. Correa invece, come abbiamo già visto nella scorsa stagione, è il cambio ideale per Lautaro, ma Inzaghi li ha fatti giocare assieme in diverse occasioni, preferendo la mobilità degli argentini che non davano punti di riferimento alla difesa avversaria.