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Lecce, Giampaolo si presenta: “Voglio fare le partite, non subirle. Sul modulo? Vi dico tutto”

Lecce, Giampaolo si presenta: "Voglio fare le partite, non subirle. Sul modulo? Vi dico tutto"

Marco Giampaolo, allenatore del Lecce (IMAGO)

Comincia la nuova avventura di Marco Giampaolo che in qualità di nuovo allenatore del Lecce si è presentato in conferenza stampa

Stamattina, 12 novembre, è intervenuto in conferenza stampa Marco Giampaolo: il nuovo allenatore del Lecce.

Dopo l’esonero lampo di Gotti arrivato lo scorso venerdì dopo la sfida pareggiata contro l’Empoli per 1-1, la società salentina ha scelto il suo successore, puntando così su una vecchia conoscenza della Serie A.

Nella conferenza stampa sono intervenuti il presidente Sticchi Damiani, il responsabile dell’area tecnica Corvino e Trinchera.

Vediamo insieme le parole del nuovo allenatore giallorosso, gli spunti per iniziare una nuova avventura e gli obiettivi da centrare con un campionato in itinere.

Le prime parole di Giampaolo

L’allenatore del Lecce ha parlato così del suo ritorno e delle ambizioni da seguire con la nuova squadra: Lecce per me è una grande opportunità per rimettermi in gioco. Corvino me l’ha regalata, e io sono qui per lavorare e per sfruttarla al meglio. Mi ha parlato della squadra senza citare l’ex allenatore di cui sono anche amico e mi dispiace. Due anni lontano dal calcio sono lunghi. Dopo una prima pausa in cui mi sono preso un po’ di privacy, ho ripreso a lavorare: il lavoro non è solo fisico, ma anche mentale, immaginando di essere in campo ogni giorno. Diciamo che, nell’ultimo anno, ho fatto il mio smart working calcistico! Il Lecce non l’ho ancora visto dal vivo, ma solo da casa; in questi giorni però, ho avuto modo di seguirlo assiduamente”.

Giampaolo ha poi parlato dei calciatori a disposizione: “Prima di giudicarli, bisogna allenarli. Ho una voglia incredibile di tornare sul campo, con l’entusiasmo di un esordiente. È fondamentale conoscere i calciatori, capire l’ambiente nuovo che mi aspetta e immergermi subito per fare bene il mio lavoro con loro. Rebic? L’ho allenato per circa un mese al Milan: il mio gioco di allora non esaltava le sue caratteristiche. Ricordo un ragazzo determinato, tenace, uno di quelli ‘sporchi e cattivi’ nel senso migliore. Sarà un piacere ritrovarlo. Rebic, come Krstovic e Burnete, devono essere una risorsa per la squadra. Le qualità individuali possono fare la differenza, ma il mio focus resta sul gruppo. Dobbiamo fare un vero salto di qualità mentale.”

Lecce, Giampaolo si presenta: "Voglio fare le partite, non subirle. Sul modulo? Vi dico tutto"
Ante Rebic, attaccante del Lecce (IMAGO)

Lecce, Giampaolo: “La salvezza è l’obiettivo storico per il club”

L’ex Milan ha sottolineato: “Fino a qualche anno fa si pensava ancora a presidiare gli spazi, ma oggi il calcio è uomo contro uomo. I sistemi di gioco rigidi non esistono più: si difende in un modo e si attacca in un altro. Bisogna saper evolvere e restare al passo col cambiamento. L’obiettivo chiaro è la salvezza, un risultato storico per il club, e tante squadre ci daranno battaglia. Ci sarà da lottare fino alla fine. Ho già delle idee, ma prima devo conoscere a fondo i giocatori per capire quale direzione prendere. Con sette nazionali ancora assenti, devo osservare e valutare”.

Giampaolo ha poi concluso facendo chiarezza sul gioco da proporre: “La squadra, credo, è stata costruita per un certo tipo di gioco. Ma vedremo. Dettagli a parte, il modulo conta poco: ciò che conta davvero sono i principi di gioco e le qualità dei giocatori. Dorgu? Preferisco che i giocatori più arretrati giochino sul loro piede naturale, mentre chi è in attacco lo voglio a piede invertito per creare più imprevedibilità. Se invece hai un giocatore che ama andare dritto verso la porta, allora devi adattare il gioco alle sue caratteristiche. Se teniamo il possesso, difendiamo di meno. La mia idea è costruire gioco. Per farlo servono conoscenze e qualità tecniche. Questa squadra, ne sono certo, non è priva di talento. Voglio che facciamo la partita, non che la subiamo. Un passaggio in più non è mai sprecato se ha un obiettivo strategico. Più sei lungo in campo, più corri; più giochi isolato, più fai fatica. Puntiamo al controllo, alla compattezza”.