Lazio, Sarri: “Immobile nervoso? Non ci ho ancora parlato”
Grazie alle reti di Felipe Anderson e Basic la Lazio ha battuto il Sassuolo, conquistando tre punti preziosi in ottica lotta Champions. I biancocelesti salgono così a quota 64 punti, restando saldi al secondo posto in classifica. Al termine della partita l’allenatore della Lazio Maurizio Sarri ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Dazn.
Immobile-Sarri: ci sarà il chiarimento
Secondo quanto riporta Sky Sport, dopo la frustrazione al momento della sostituzione ci sarà un chiarimento tra Ciro Immobile e Maurizio Sarri: l’attaccante è favorito per partire ancora titolare per il big match della prossima giornata contro il Milan.
L’intervista post gara di Lazio-Sassuolo
L’allenatore della Lazio ha iniziato analizzando la partita: “Abbiamo sofferto dopo aver fatto 30/35 minuti di alto livello, una delle più belle prestazioni stagionali. Purtroppo siamo arrivati alla fine del primo tempo con un solo gol di vantaggio contro una squadra come il Sassuolo molto brava nel palleggio, però siamo rimasti lucidi e abbiamo gestito bene il finale”.
Sul nervosismo di Immobile: “Non ci ho ancora parlato, lo sto facendo giocare per farlo tornare in condizione perché abbiamo bisogno di lui al cento per cento. Adesso non lo può essere, chiaro che in una settimana come questa con tre gare non può giocare per tre volte novanta minuti”.
Sulle coppe: “Penso che le rotazioni ci possono far bene, poi ci sono rotazioni e rotazioni. Dietro posso dare continuità ma avremmo bisogno di farle anche davanti perché lì è importante sempre avere la gamba giusta. In quel reparto sinceramente siamo un po’ corti”.
Sulla fase difensiva: “Ne avevamo presi così tanti l’anno scorso che ci bastavano quelli. Quest’anno abbiamo preso dei difensori più adatti alle nostre caratteristiche, poi è cresciuta tutta la squadra sotto questo aspetto”.
Chiosa finale sullo scudetto del Napoli: “Sono contento perché da bambino ero tifoso del Napoli ed è qualcosa che mi dà gusto, però un minimo di giramento c’è perché mi sarebbe piaciuto arrivarci a me”.