Davvero terribile quanto successo all’esterno della Lazio Adam Marusic, il quale sarebbe stato aggredito insieme alla famiglia e al suo agente mentre si trovava in Serbia pochi giorni fa. Se pur sabato sia sceso in campo regolarmente, pochi giorni prima aveva vissuto attimi di vero terrore.
L’agente di Marusic ha raccontato a Tuttosport quanto accaduto in Serbia pochi giorni fa, che ha coinvolto sia lui che l’esterno biancoceleste. Una situazione paradossale e quasi surreale, quella in cui si è ritrovato Marusic, aggredito fuori da un ristorante di Belgrado. L’esterno della Lazio si trovava in compagnia della famiglia e dello stesso agente, quando è rimasto vittima di un’aggressione. I malviventi, secondo il racconto, avrebbero puntato una pistola alla testa del calciatore ma non sono stati ancora identificati.
Uros Jankovic, agente del giocatore, ha raccontato così quanto accaduto: “Volevamo rientrare presto visti i nostri impegni. Marusic mi aspettava fuori. Hanno aggredito me, Marusic, sua moglie e sua madre. Mi hanno colpito con le pistole alla testa e in altre parti del corpo, rompendomi lo zigomo e la gamba sinistra. Ho ricevuto trenta, quaranta colpi alla testa e sul corpo. Mi hanno davvero distrutto. Successivamente mi hanno trasferito al Centro Clinico di Belgrado, dove mi hanno operato”.
L’agente di Marusic ha proseguito il racconto: “Siamo stati circondati da diverse auto. Il mio autista ha cercato di andare via, ma è stato investito da una macchina che arrivava da un’altra direzione. Non ho avuto neppure il tempo di salire sull’auto, mi hanno aggredito da dietro iniziando a picchiarmi”.
Inoltre ha sottolineato come uno degli aggressori abbia puntato la pistola contro lo stesso Marusic: “Gli ha puntato la pistola verso la testa, per evitare che intervenisse mentre mi picchiavano. Hanno spinto sua madre, parliamo di una donna di 60 anni. Hanno provato a uccidermi, Adam mi ha soccorso, anche avendo una pistola puntata contro. Adam è un eroe, senza di lui avrei rischiato di morire. Sono sicuro che, non ci fosse stato lui con la sua famiglia, mi avrebbero ucciso”.