Nella giornata del 22 novembre 2023 l’attaccante della Lazio, Ciro Immobile, ha parlato in un’intervista ai microfoni di Lazio Style Radio. Il capitano biancoceleste ha raccontato il motivo della scelta del suo numero di maglia, il 17 e della rilevanza del suo ruolo nella società.
Il centravanti della Lazio ha esordito così nell’intervista: “Il 17 ha origine al periodo in cui ero a Pescara, mi ha sempre attirato. Gli sono particolarmente legato perché in quell’annata è partita la mia carriera. Poi ho conosciuto mia moglie, che tra l’altro è nata il 17. Jessica è molto ansiosa e vive malissimo ogni partita. È la mia prima fan, ma da quello che mi dice chi vede la partita insieme lei non riesce neanche a guardare quando tiro un rigore.
Mi piace che i miei figli possano vedere ciò che ho fatto, è la mia storia. Non so cosa vorranno fare loro da grandi, io per quel che posso cerco sempre di essere una fonte d’ispirazione per loro. L’obiettivo principale è quello di insegare loro ad essere brave persone. Sono contento che loro abbiano delle passioni da coltivare e noi siamo felici di accompagnarli. Mio figlio, Mattia, sta anche facendo calcio, ma non l’ho spinto io”.
In seguito, Ciro Immobile ha continuato: “I primi anni in cui giocavo meno andavo spesso a pescare, è una cosa che mi rilassa. È un hobby che coltivo anche qui a Roma, insieme ad alcuni membri dello staff e ai magazzinieri. L’attaccante perfetto? Piede destro Batistuta, sinistro Adriano, colpo di testa Trezeguet, opportunismo Inzaghi. Tecnica? Ronaldo il fenomeno“.
Infine, il numero 17 ha concluso: “Il mio ruolo di capitano? Con Romagnoli ho fatto un grande lavoro per convincerlo a venire qui. Anche con la società spesso ci confrontiamo. Loro possono scegliere 4-5 giocatori da comprare, la differenza la fa se io e il gruppo siamo d’accordo. La mia migliore versione? L’Immobile del 2017/18 e quello della Scarpa d’Oro. Riuscivo a sfruttare al meglio ogni occasione nell’area avversaria. Ero una macchina infallibile.
Mi è piaciuta anche la prima stagione con Sarri. Cos’ho in comune con la Lazio? Il non arrendersi mai e il raggiungere gli obiettivi anche nei momenti più tosti. Mi sarebbe piaciuto giocare con Signori o Salas. L’Immobile di oggi? Tutti possono fare 20 gol in un campionato, ma farne in cinque è complicato. Serve continuità, ma se dovessi parlare col Ciro bambino gli direi di continuare a fare quello che sta facendo. Alla Lazio auguro di continuare a crescere perché può arrivare in alto a livello mondiale”.