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Juventus, Allegri: “Vi spiego perché me ne sono andato prima”

Dopo un primo tempo senza reti, nella seconda frazione la Vecchia Signora sblocca il match al 56′ con goal di Moise Kean su assist di Locatelli e ottiene la vittoria. Si tratta del terzo successo consecutivo in Serie A che spinge i bianconeri a 44 punti, a ridosso dalla zona europea, momentaneamente distante tre lunghezze. Nel post partita di Juventus-Verona, il tecnico Massimiliano Allegri ha rilasciato un’intervista commentando la gara del sabato sera all’Allianz Stadium. Di seguito le dichiarazioni salienti dell’allenatore toscano che ha lasciato il rettangolo verde poco prima del triplice fischio.

Juventus-Verona, l’intervista di Allegri

“Sapevamo delle difficoltà della partita per la fisicità e la pressione alta del Verona. Durante la prima frazione così così. Nel secondo tempo abbiamo iniziato bene e potevamo anche raddoppiare. L’importante è aver portato a casa tre punti che ci mettono a +9 sull’Inter considerando quelli della penalità.

“Se fai filotto è normale recuperi punti agli avversari. Dobbiamo compiere un passettino alla volta per qualificarci alle coppe, per questo motivo adesso è giusto che ci concentriamo sull’Inter in Coppa Italia”.

“Sono andato via dal campo prima del triplice fischio perché negli ultimi cinque minuti bisognava andar dritti a far goal invece di girarci attorno rischiando di subire il pareggio per poi leccarci le ferite. Sul campo abbiam raccolto 59 punti nonostante la situazione societaria difficile. La partita dopo la sosta è sempre piena di insidie, l’abbiamo superata bene”.

“Vlahovic nell’ultimo periodo sta giocando buone partite. Capisco che dall’esterno sia visto come il giocatore che debba cambiare le sorti della Juventus, ma io sono contento di lui perché è migliorato tecnicamente rispetto a un anno fa. Deve rimanere sereno anche quando non trova la via del goal”.

“Mancini avrà fatto le sue scelte ritenendo opportuno non convocare calciatori della Juventus. Quest’anno da noi stan crescendo vari ragazzi che penso costituiranno il futuro della Nazionale italiana. Oggi, ad esempio, erano in campo cinque-sei ragazzi nati dal 2000 in poi.

“La qualità dei giocatori è quella che conta, non tanto l’età. In Primavera ho notato ragazzi del 2005 come Huijsen, Yildiz e Nonge che essendo già bravi hanno preso parte anche agli impegni della NextGen. Certamente il futuro della Juventus passa anche da questi talenti che meritano spazio”.

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Redazione