Juventus–Salernitana di Coppa Italia apre il 2024 di bianconeri e granata e chiude gli ottavi del torneo: Allegri ne ha parlato in conferenza stampa prima del match. Doppio confronto a distanza di pochi giorni tra Massimiliano Allegri e Filippo Inzaghi, che torneranno a sfidarsi domenica 7 gennaio 2024 in campionato nell’ultima giornata del girone di andata di questa Serie A.
L’allenatore bianconero, in conferenza stampa, ha esordito così: “La Coppa Italia è una competizione a cui teniamo. Giochiamo per questa e il campionato, sono in un buon stato di salute perché hanno vinto a Verona. Nonge? Non partirà titolare ma potrà avere spazio. La formazione? Domani mattina deciderò, sicuramente giocherà Perin in porta, Rugani e Chiesa giocheranno. Gli altri sono da valutare. Avremo lo stadio pieno. Giochiamo per vincere trofei, soprattutto alla Juventus. Domani abbiamo la Salernitana qui, ma poi dobbiamo andare a Salerno per il campionato”.
Poi ancora, Max Allegri ha detto: “Il mercato? Lo ripeto, ci sono i direttori. Noi dobbiamo pensare a lavorare, la squadra sta crescendo sia singolarmente che come squadra. La Coppa Italia all’inizio non interessa a nessuno, poi alla fine è sempre un trofeo. Alla Juve se pareggi una partita è una catastrofe, quindi dobbiamo fare il meglio possibile e andare avanti. Mckennie è cresciuto, l’esperienza a Leeds lo ha maturato. Sta facendo bene ma siamo solamente a metà campionato. Miretti? Sono contento di lui, avrà il suo spazio. Rimarrà qui perché può solo crescere. In Coppa Italia è un percorso diverso rispetto al campionato: in 38 partite vengono fuori i valori ma in una partita può succedere di tutto”.
In chiusura, ha terminato il suo discorso dicendo: “Yildiz più due attaccanti? Si può fare tutto, dipende sempre dai momenti, dalle condizioni, ecc. Facciamo un passettino alla volta, possono giocare giocatori che hanno giocato meno ma che sono comunque stati importanti. Essendoci meno partite è normale che ci sono giocatori che sono stati utilizzati meno. Yildiz domani non giocherà. Quando un giocatore giovane gioca viene sempre esaltato. Non sono due partite però che decidono se sei un campione. Alla fine della carriera si deve dimostrare quanto uno ha fatto, Le pressioni qui sono ovviamente diverse: è anche il bello di essere la Juventus”.