Lotta. È quello che si aspettano i tifosi della Juventus dai propri giocatori in un momento delicato come quello che sta vivendo il club bianconero. La squadra di Allegri, infatti, non vince da tre partite e, oltre ad esser stata eliminata dall’Europa League, ha anche perso il treno per una qualificazione in Champions League. Adesso c’è alle porte l’ultima sfida di una stagione infinita, estenuante e tra le più difficili della storia del club più titolato d’Italia, che se la vedrà contro l’Udinese. In un momento difficile per tutti in casa Juventus, Moise Kean si è raccontato in un’intervista alla testata francese views.fr.
L’attaccante classe 2000 ha iniziato raccontando i momenti difficili trascorsi nel corso della propria carriera: “Ci sono sempre momenti difficili, ma io so come uscirne. Ho avuto la possibilità di giocare con alcuni dei migliori giocatori del mondo. Ne sono grato, perché mi hanno tutti insegnato molto. C’è un aneddoto che non dimenticherò mai. Avevo 15 anni, entrai per la prima volta negli spogliatoi della prima squadra della Juventus, e Mario Mandžukić mi disse: “Cosa ci fai qui?”. Ho risposto: “Mi hanno mandato qui”. Poi lui: “Non pensare di restare qui, rimani forse una settimana e poi te ne vai”. Lì, mi sono detto: “Wow, voleva mostrarmi quanto fosse difficile. In quel momento ho imparato molte cose, anche se mi chiedevo se fosse solo cattivo o se fosse per aiutarmi. Oggi so che lo ha fatto per aiutarmi e perché mi voleva bene”.
Dopodiché, sul tema del razzismo il numero 18 bianconero ha affermato: “Sono nato in Italia, e so come ci si sente ad essere una vittima del razzismo. Mi sono successe molte cose e spero che cambieranno. Quando è successo di recente a Lukaku, non sono rimasto sorpreso. Quando è successo a me contro il Cagliari, non me l’aspettavo. Sapevo benissimo che c’è molto razzismo, ma non pensavo che sarebbe arrivato al calcio. Ed ero ancora molto giovane. Non avevo idea che potesse accadere in uno stadio.
Infine, il 23enne è tornato con un flashback a ricordare l’esperienza francese con il PSG, dichiarando apertamente: “È stato il momento più bello della mia carriera, mi sono davvero divertito qui. Non posso dimenticare tutto quello che ho imparato lì e tutti i bei momenti che ho vissuto. Se penso che la storia col PSG non sia finita? Non lo so. Come ho detto, vivo giorno per giorno concentrandomi sull’essere uno dei migliori attaccanti. Se succede, succede. Tutto accade per una buona ragione”.