Juventus – Szczesny, Perin e Pinsoglio: “Vogliamo vincere un trofeo europeo dopo 27 anni”
La Juventus nella 35^ giornata di Serie A ha ottenuto una vittoria che attualmente le ha permesso di conquistare il secondo posto in solitaria. Posizionamento dovuto anche grazie alla grande stagione disputata fin qui dai propri portieri. Grazie a loro ed alla difesa, infatti, i bianconeri in 35 giornate di campionato hanno subito solamente 28 gol, gli stessi della Lazio e solo tre in più del Napoli campione d’Italia. Szczesny, Perin e Pinsoglio hanno parlato in un’intervista al canale Twitch della Juventus: le parole del trio di portieri.
Juventus, intervista a Szczesny, Perin e Pinsoglio
L’intervista comincia con un tono leggero, tra l’ironico e lo scherzoso. Innanzitutto Perin e Pinsoglio presentano Szczesny a modo loro: “Un ragazzo equilibrato con attimi di follia, competitivo al punto da rosicare quando perde le partitelle e che nutre una forte passione per l’architettura”.
Il polacco risponde: “A me fa rosicare che Mattia faccia l’arbitro in queste partitelle, perciò sceglie a proprio piacimento quando dare rigori e annullare un goal che non gli sta bene fischiando fuorigioco”.
Poi Carlo Pinsoglio presenta il Pinsocottero, una mossa adottata dai tre come segno scaramantico: “Mi alzo, allargo le braccia e giro su me stesso. La prossima volta che scendo in campo prometto di esultare così a un nostro goal“. Perin aggiunge: “È una tecnica che conosciamo solo noi portieri della Juventus e che ci aiuta ad assumere i superpoteri in una giornata iniziata magari col piede storto. Funziona come i fagioli di Balzar (citando Dragon Ball, ndr), ma ovviamente non bisogna abusarne“.
Un commento al successo per 2-0 sulla Cremonese: “Ieri è stata una partita seria in cui siamo stati bravi sia a rispettare un avversario impegnativo come la Cremonese, sia a render semplice un match che in realtà non lo era”.
Alla domanda se sono più semplici le partite prive di impegni o quelle in cui il portiere è spesso chiamato in causa, Mattia Perin risponde: “Dipende da come stai: ci sono giorni in cui speri non ti tiri nessuno contro, altri in cui potresti parare di tutto. Una parata alla Juve non sempre pesa più di una effettuata in altre squadre. Ad esempio, la pressione della lotta per la salvezza che ho vissuto al Genoa fa sì che un intervento decisivo in un match fondamentale per la permanenza in Serie A valga tantissimo“.
L’approdo alla Juventus
Pinsoglio racconta: “Ho ricevuto la prima chiamata a 9 anni e mezzo quando giocavo a Moncalieri (provincia di Torino, ndr), immagina la gioia di un bambino che riceve l’opportunità di entrare nel mondo Juventus. Dopo il settore giovanile, un’estate ho svolto il pre-ritiro alla Continassa, poi sono andato un anno in Serie B al Latina e il successivo Filippi (preparatore dei portieri bianconeri, ndr) mi ha comunicato che sarei rimasto in rosa. Tornare a casa dopo sette anni di esperienza in Serie B e C è stato il sogno di una vita. Riconosco che il mio sia un ruolo particolare, ma ogni qualvolta indosso la maglia bianconera provo un’emozione indescrivibile”.
Questo, invece, il racconto di Perin: “Quando a 25 anni, a distanza di un anno dalla scadenza del contratto col Genoa, è arrivata la chiamata della Juventus, è stato difficile dire di no. A quell’età ho deciso di effettuare un salto importante nel corso della mia carriera. Sin da subito è sempre stato chiaro che Tek sarebbe stato il titolare vista la sua precedente ottima annata, però bisogna ammettere che ogni sportivo si impegna al massimo per giocarsela e migliorare quotidianamente”.
Proseguendo: “Il ruolo di secondo può sembrare una comoda scelta professionale, invece io tengo a sottolineare l’ambizione della mia decisione. L’avevo già detto l’anno scorso quando ho rinnovato il contratto e lo ribadisco: preferisco militare in un club che lotta per vincere in ogni fronte. Lo dice la stessa frase: indosso la maglia del «club più glorioso d’Italia»“.
Infine Szczesny: “Avevo un ultimo anno di contratto con l’Arsenal, ho trascorso un anno in prestito alla Roma e poi quando ho sentito della possibilità di sbarcare alla Juve ho detto «Eccomi!». Più che il museo ricco di trofei, è stata l’atmosfera della prima partita allo Stadium da avversario a trasmettermi l’importanza di questo club”.
Dalla migliore parata al portiere preferito
Chiamati a svelare la propria parata preferita e il miglior portiere attualmente in circolazione, ecco come hanno risposto.
Pinsoglio: “Ho effettuato la mia più bella parata in maglia Juve in tournée contro il Paris. Portiere preferito ovviamente Tek, altrimenti mi picchia e mi schiavizza”.
Perin: “Miglior portiere Pinso. Accetto il suggerimento di Tek e prendo la parata su Dzeko in un Genoa-Roma di anni fa. Peccato che trenta secondi dopo quell’intervento mi ruppi il crociato”.
Tek: “Il migliore Perin; scelgo la doppia parata contro la Francia al Mondiale, quel torneo estivo al quale l’Italia non si qualifica mai”. Sempre ironizzando: “Ai Mondiali sono uscito proprio nella partita in cui ho parato il rigore a Messi, non so se ricordate. La cosa bella dopo l’eliminazione è seguire i propri compagni di club. Anche per questo dopo tifavo l’Argentina“.
Parlando, invece, dei propri compagni di squadra, Perin e Pinsoglio si trovano d’accordo: “Il giocatore della nostra rosa che non vorremmo avere contro è Di Maria per la sua capacità di fare la qualunque quando ha la palla”. Diversa l’opinione di Szczesny: “Scelgo Kostic, non tira mai ma quando lo fa… oppure Gatti e ancora Paredes, altrimenti inizia sempre le risse”.
L’inizio di carriera e l’idolo d’infanzia
Dopodiché il focus si sposta sugli esordi da bambini e gli idoli presi come punto di riferimento.
Pinsoglio: “Ho iniziato a 6 anni giocando in realtà da attaccante, poi da quando indosso i guantoni mi ispiro a Buffon“.
Perin: “Anch’io mi ispiro a Buffon. Ho iniziato a giocare a 5 anni grazie a mio zio, un fratello di mio padre che portava sempre i guantoni dalla nonna e ha influenzato la mia scelta. Noi portieri siamo tutti un po’ matti, la follia fa parte di noi: poi c’è chi la ha innata e chi la produce col tempo. Nelle giovanili, ad esempio, avevo un allenatore che diceva «Voi portieri camminate su un filo in mezzo tra la follia e la stupidit໓.
Szczesny: “Io invece ammiravo Peter Schmeichel perché guardavo molto più la Premier League della Serie A. Iniziai a 8/9 anni, volevo fare l’attaccante ma facevo schifo, quindi essendo alto qualcuno mi ha consigliato di spostarmi tra i pali. Dopo la prima parata non ho più smesso perché quando da giovane ti rendi conto di essere migliore di altri in qualcosa, guadagni davvero tanta autostima”.
A proposito di attaccanti Perin evidenzia: “Ho segnato un goal in rovesciata a una partita del cuore all’Olimpico, cercate su YouTube: ho aperto il gioco con una sventagliata, mi son buttato in area e ho segnato a un ex portiere di Serie A davanti a 40mila persone”.
L’intervista di Szczesny, Perin e Pinsoglio: la stagione della Juventus
Interpellati sull’importanza dell’Under 23 bianconera, i tre estremi difensori dichiarano: “La crescita in NextGen è importante perché aiuta i ragazzi a effettuare uno step per volta evitando di passare direttamente dalla Primavera alla Serie A. Il campionato di Lega Pro è molto formativo. Se hai talento prima o poi arrivi. Fagioli ha fatto un percorso perfetto giocando pure a Cremona in cadetteria, mentre Miretti è stato poco in NextGen e poi subito in prima squadra. I vari Barrenechea, Iling-Junior, Soulé e via dicendo sono tutti destinati a giocare in prima squadra: il futuro è nelle loro mani”.
Un commento generale sulla particolare stagione in corso, dal punto di vista della Vecchia Signora e non solo: “Per come abbiamo affrontato il periodo pre e quello post Mondiale, è stato un bene che si sia disputato in quel preciso momento. Il Napoli ha giocato un campionato superiore al nostro meritando di vincere lo Scudetto. Ciononostante noi siamo stati bravi a rialzarci quando tutti ci davano per spacciati e a gestire le dinamiche extra campo relative alla sentenza”.
Per concludere, un pensiero sulla semifinale di ritorno da giocare contro il Siviglia: “Il goal di Gatti in pieno recupero ci ha trasmesso tanta carica per giovedì. Sarà la partita più importante dell’anno visto che l’Europa League è l’unico trofeo rimasto a nostra disposizione, quindi faremo di tutto per ottenere il pass per la finale di Budapest. Sono 27 anni che la Juve non vince una coppa europea e ci teniamo molto“.