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Italia, Mancini: “Lotta al razzismo? Bisogna bloccare le partite”

Il campionato sta finendo, le competizioni europee per club volgono al termine e si torna a parlare di Nazionali. Fra circa tre settimane l’Italia sarà, infatti, impegnata nella Final Four di Nations League che avrà sede nei Paesi Bassi. Dapprima la semifinale contro la Spagna, poi l’eventuale finale, o finalina per il terzo posto, contro una tra Olanda e Croazia. A margine della presentazione del macro progetto “Valori in rete” avvenuta al Ministero dell’istruzione e del merito, il commissario tecnico Roberto Mancini ha esposto la propria idea su un tema parecchio in voga nel mondo del calcio: quello del razzismo negli stadi. Tra i più recenti in ordine cronologico, si ricordano i casi Lukaku e Vlahovic limitatamente al territorio italiano, mentre all’estero ha fatto scalpore quello di Vinicius Jr.

Le parole del C.T. Mancini sul razzismo

Questa l’opinione del selezionatore italiano che adotta un tono forte, di rimprovero, per trattare l’argomento: “Purtroppo certe persone vanno allo stadio solo per fare cose incomprensibili. Bisognerebbe finirla, perché uno deve andare allo stadio per divertirsi e vedere la partita.

La sua idea su una possibile soluzione a casi di discriminazione razziale simili ai numerosi occorsi negli ultimi mesi: Bloccare le partite in caso di episodi di razzismo? Potrebbe essere una buona idea, ma tutto va valutato. Solitamente esageriamo quando certe cose capitano in Italia ma avvengono purtroppo in tutta Europa, in tutto il mondo”.

Mancini poi aggiunge anche una pillola sulla normativa che regola situazioni del genere: Le regole ci sono da un po’, ma devono essere applicate: questi episodi accadono ogni anno. Vent’anni fa non succedeva, quando giocavo io non mi ricordo di situazioni così. I giocatori devono continuare a comportarsi bene in campo, le società fuori, e far applicare le regole, anche quando sono dure. Certi personaggi andrebbero isolati, ma non credo che sarà semplice”.

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Redazione